L'unico autorizzato è il produttore, che li concede in licenza d'uso.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 29-04-2015]
Prendersi la briga di leggere le licenze d'uso dei software proprietari che installiamo sui nostri PC porta a scoperte interessanti: per esempio si apprende che non siamo padroni del programma che abbiamo acquistato, ma abbiamo soltanto ottenuto il diritto di usarlo in licenza.
Se questa situazione è ormai da tempo la norma nel mondo dei computer, e la maggior parte delle persone pare rassegnata a non poter considerare "suo" ciò che ha acquistato, per il resto degli oggetti le cose sembrano continuare ad andare come prima: se compro una penna, quella penna è mia e posso farci quello che voglio; idem se compro una lavastoviglie, un armadio, o un'auto.
Invece no: almeno per quanto riguarda le auto, le leggi sul copyright sono arrivate anche lì insieme alla sempre maggior dose di informatica che viene inserita nei veicoli per controllare i vari sistemi.
In fondo, basta pensarci su un momento: nei veicoli moderni ci sono veri e propri computer deputati a gestire i sistemi di bordo, dall'iniezione alla riproduzione di contenuti multimediali; e le leggi sul copyright e sulle licenze d'uso, che abbiamo imparato a conoscere sui PC, sono arrivate anche qui.
Negli ultimi tempi questo fenomeno, che non è certo iniziato oggi, ha iniziato a rendere evidente le conseguenze: è di poco tempo fa la notizia che Ford ha denunciato Autel per violazione del copyright.
Autel è un'azienda che ha sviluppato un software diagnostico da utilizzare anche sulle auto della Casa americana per trovare problemi e guasti; ebbene, Ford sostiene che la lista dei componenti dell'auto è protetta dal copyright e che Autel, estraendola dal codice del software di Ford, ha violato il diritto d'autore di quest'ultima.
Non si tratta di un caso isolato. Il produttore di trattori agricoli John Deere ha fatto sapere che i contadini non sono autorizzati a mettere mano ai mezzi che hanno acquistato, ma nel caso sia necessario apportare modifiche o sistemare guasti devono rivolgersi a un meccanico autorizzato.
Il motivo sta nel fatto che c'è una «licenza implicita» sul software installato nei trattori, che viene per l'appunto concesso in licenza ma non venduto: dunque soltanto chi è autorizzato a intervenire su di esso può farlo, e l'acquirente non rientra in questa categoria.
Cambia così il concetto di proprietà: il contadino che acquista un trattore da John Deere non diventa proprietario dell'intero trattore, ma soltanto della "carcassa"; il software resta dell'azienda.
Per essere sicura che le cose vadano in questo modo, John Deere si è unita a General Motors nel chiedere al Copyright Office americano che si renda evidente il fatto che l'acquisto di un trattore o di un'auto non si traduce immediatamente nell'avere la proprietà sull'oggetto intero.
A quanto pare, sono sempre di più i costruttori di automobili che si comportano in questo modo, invocando negli usa il DMCA e in Europa la direttiva europea sul diritto d'autore, impedendo così per vie legali a chiunque di modificare le parti di qualcosa che pure hanno acquistato.
I produttori difendono la propria posizione affermando che trafficare con le complicate impostazioni software può rendere un'auto più inquinante e meno sicura, dato che ormai è il software a gestire tutto quanto: dopotutto - si chiedono i produttori - se lasciassimo a tutti libero accesso e un'auto "manomessa" dal proprietario avesse un incidente, la colpa sarebbe di chi è intervenuto sul software o del produttore?
Vista da questa prospettiva, il fatto che la conseguenza di tutto ciò sia costringere gli acquirenti a rivolgersi soltanto alle officine autorizzate finirebbe quindi con l'essere soltanto uno spiacevole effetto collaterale, del quale sicuramente i produttori non sono troppo dispiaciuti.
La rivoluzione del concetto di proprietà, partita dal software e ormai ben evidente anche per quanto riguarda la musica, i film e i libri (limitati da protezioni anticopia) è quindi definitivamente approdata anche nel mondo fisico: quando compriamo qualcosa, non possiamo più dire che questa cosa è "nostra".
«Compreresti un'auto col cofano sigillato?» chiedeva Red Hat qualche anno fa, e pareva soltanto una provocazione; sembra che tra non molto non ci sarà scelta.
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Homer S.