Per il governo britannico la pirateria online va punita come il furto.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-07-2015]
Dieci anni di prigione ai pirati: è questa la proposta che l'Intellectual Property Office (IPO) del Regno Unito ha avanzato per rinnovare la legge britannica sul copyright.
L'idea è equiparare il reato fisico a quello virtuale: chi vende DVD pirata rischia per l'appunto la prigione sino a 10 anni, mentre chi favorisce la pirateria via Internet rischia soltanto due anni; di qui, l'idea di comminare la medesima pena.
Il paragone appena illustrato rende anche evidente come nel mirino non ci siano i singoli utenti che scaricano file da Internet ma piuttosto lo sfruttamento «commerciale» della pirateria.
La proposta dell'IPO mira infatti a colpire i gestori dei siti che ospitano illegalmente materiale protetto dal diritto d'autore e guadagnano dagli spot pubblicitari.
Il Ministro per la Proprietà Intellettuale, la baronessa Neville-Rolfe, ha dichiarato in proposito: «Il governo prende molto sul serio i reati relativi al diritto d'autore: danneggiano gli affari, i consumatori e in generale sia l'economia online sia l'economia offline. La nostra industria creativa vale più di 7 milioni di sterline per l'economia del Regno Unito ed è importante proteggerla dalle imprese criminali online».
La bufala corre sul filo... della posta | ||
|
Le fa eco il consigliere del Primo Ministro per la proprietà intellettuale, Mike Weatherley: «C'è una diversità di pena tra i crimini online e quelli offline, ed è necessaria un'armonizzazione. Lo stato attuale invia dei messaggi sbagliati. Fino a che non cambierà, il crimine online verrà visto come meno importante rispetto al furto tradizionale».
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
Cloud gaming | ||
|
Gladiator