La gestione dei DNS passa completamente all'ICANN.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-10-2016]
Dal 1 ottobre, Internet non è più sotto il controllo degli USA.
Come promesso qualche mese fa, il Dipartimento del Commercio ha ceduto il completo controllo del DNS (Domain Name System) all'ICANN, organizzazione non-profit gestita da tecnici e rappresentanti di diverse nazioni, che prima operava sotto la direzione del governo americano.
Questo passaggio di consegne è stato molto combattuto negli USA, con una dura opposizione politica da parte di quanti non volevano perdere il controllo su un'infrastruttura tanto importante.
Il senatore Ted Cruz, per esempio, ha più volte paventato la possibilità che, senza la supervisione americana, la Rete possa cadere nelle mani di qualche potere dittatoriale: «Immaginate un'Internet gestita come molte nazioni del Medio Oriente, che puniscono ciò che considerano bestemmia» ha dichiarato qualche settimana fa.
«Oppure» - ha continuato il senatore USA - «immaginate un'Internet gestita come la Cina o la Russia, dove chi esprime dissenso politico viene incarcerato. Se non sarà più sottoposta all'autorità del governo USA, l'ICANN no sarà più obbligata a rispettare il Primo Emendamento, non dovrà più preoccuparsi di proteggere i miei o i vostri diritti».
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La risposta dell'ICANN alle preoccupazioni di Cruz è stata chiara: «L'ICANN è un'organizzazione tecnica e non ha le competenze né le capacità per disciplinare i contenuti in Internet. Ciò è vero sia con l'attuale contratto con gli Stati Uniti sia senza di esso».
D'altra parte, la transizione non è un'idea nuova: è nata ben 18 anni fa, e - come spiega l'ICANN stessa - tutti questi anni sono serviti a elaborare un modello condiviso che serva proprio a garantire la libertà e l'indipendenza della Rete.
«La comunità ha deciso di adottare un modello di gestione di Internet basata sulla presenza di diverse parti interessate. Ha visto che un modello di gestione definito dall'inclusione di tutte le voci, comprese le aziende, gli accademici, gli esperti di questioni tecniche, la società civile, i governi e molti altri ancora è il modo migliore di assicurare che l'Internet di domani resti libera, aperta e accessibile tanto quanto l'Internet di oggi».
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