Vuole 1 milione di dollari di danni.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-06-2018]
Michelle Levine è una donna americana che, lo scorso anno, è andata a farsi visitare presso la New York Robotic Gynecology & Women's Health, dove ha trovato il dottor Joon Song.
In breve, Michelle non è stata affatto contenta del trattamento ricevuto ma non s'è limitata a covare risentimento, a ripromettersi di evitare la clinica in futuro o a lamentarsi con le amiche: ha anche lasciato recensioni negative (una sola stella) su Yelp, ZocDoc, Health Grades e anche su Facebook.
«Ho lasciato una recensione onesta della mia esperienza affinché servisse da monito agli altri» ha poi dichiarato la donna quando sono iniziati i guai.
Infatti il dottor Song s'è accorto della recensione e, ritenendo che non corrispondesse a verità, ha deciso di far causa a Michelle Levine, chiedendo un milione di dollari di danni: la accusa infatti di diffamazione e calunnia, e di avergli causato stress emotivo.
A questo punto si tratta della parola dell'uno contro la parola dell'altro.
La signora Levine afferma innanzitutto che i costi addebitati alla sua assicurazione (1.304,32 dollari, di cui 477 dollari non coperti dalla polizza) sono ingiustificati, dato che la visita annuale «dovrebbe essere gratuita».
Inoltre ella sostiene che il dottor Song non abbia svolto una visita completa, limitandosi a porle delle domande e a farle un esame con gli ultrasuoni, pur addebitandole invece esami che non sono mai stati eseguiti.
Il dottor Song accusa la donna di mentire su tutta la linea, di aver quindi pubblicato online soltanto bugie e anche di essere colpevole di molestie via Internet.
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Secondo gli esperti legali interpellati da Sophos, il caso è relativamente complesso: se la donna ha detto la verità, allora la vittoria in tribunale sarà sua.
«Se si dice la verità e non si traggono conclusioni generiche, come lasciar intendere che gestiscano un'associazione a delinquere, si può scrivere una recensione veritiera che dica "Con quel dottore mi sono trovata male"» spiegano gli esperti.
Il problema è che bisogna fornire le prove delle affermazioni fatte: occorre che i fatti sostengano la versione che si dà.
La palla, ora, passa nelle mani del tribunale.
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