Il diritto alla "bacheca elettronica" per il telelavoro

All'interno di Telecom Italia si estende la pratica del telelavoro domiciliare: quali sono i diritti sindacali per i telelavoratori?



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-12-2003]

All'interno di Telecom Italia si sta diffondendo sempre di più la pratica del telelavoro domiciliare, che in altre parole, significa svolgere la propria attività lovorativa da casa invece che dall'ufficio, grazie all'utilizzo della telematica.

Più di 700 operatori del servizio Info412 (quelli che forniscono i numeri di telefono), rispondono ai clienti dalle proprie case. Nel 2004 questo numero crescerà ancora in seguito alla chiusura di altri sedi Telecom Italia nei capoluoghi di provincia. I dipendenti, anche quelli che svolgono, attualmente, altre attività, saranno costretti a scegliere se lavorare al 412 da casa o se sobbarcarsi diverse ore di viaggio, o addirittura se trasferirsi.

Si tratta della realtà di telelavoro più consistente in Europa all'interno di un rapporto di lavoro dipendente e a tempo indeterminato, cioè non costituita da lavoratori temporanei o autonomi.

Oggi per questi lavoratori i Sindacati di Categoria hanno cominciato a rivendicare il diritto alla bacheca: cioè il rispetto dell'articolo dello Statuto dei Lavoratori che prevede che le Rappresentanze Sindacali interne all'azienda e i Sindacati maggiormente rappresentativi dispongano di uno spazio dedicato ed autogestito, autonomo dalla Direzione aziendale, in cui possano essere affissi e consultati da tutti i lavoratori, comunicati, volantini, giornali sindacali ed altro, espressione del Sindacato e questo non all'esterno del posto di lavoro ma al suo interno.

Si tratta di un diritto, come codificato dalla legge, che ha ormai 30 anni, ma che esisteva già da un decennio, sancito dalla contrattazione collettiva tra le parti cioè Confindustria e Sindacati che lo avevano inserito negli accordi dei metalmeccanici, dei tessili, dei chimici, dei telefonici, dei tipografi e ferrovieri.

Solo dopo anni si ottenne un diritto analogo all'interno dell'amministrazione pubblica come ospedali, scuole, tribunali e ancora più tardi nelle caserme della polizia e delle guardie carcerarie quando, anche ai componenti dei corpi civili delle forze dell'ordine, venne riconosciuto il diritto di costituirsi in sindacato, diritto riconosciuto a tutti i lavoratori dalla stessa Costituzione.

Un diritto che, oggi, ci sembra così scontato come molti altri e le bacheche affisse all'interno dei posti di lavoro ci sembra che ci siano sempre state mentre invece affermare questo diritto è costato ore di sciopero, qualche volta licenziamenti per rappresaglia, spesso una lotta quotidiana fatta di bacheche rimosse con la forza e poi rimpiazzate, punizioni e vita difficile per chi le riempiva.

Bene, ovviamente, i telelavoratori che svolgono la loro attività quasi esclusivamente nel loro domicilio non dispongono di una bacheca come quella dei lavoratori che continuano la loro attività in sede e, mentre prima almeno una volta al mese, rientravano nel posto di lavoro per ritirare lo stipendio e svolgere attività di aggiornamento, oggi, il listino dello stipendio viene loro inviato per posta e le attività di aggiornamento si sono fatte più rare per evitare il rimborso dei viaggi e la perdita di tempo negli spostamenti.

Può succedere quindi che per mesi il telelavoratore non abbia altri contatti con il posto di lavoro che le comunicazioni quotidiane con i responsabili aziendali, telefoniche, via e-mail o chat e l'uso dell'Intranet aziendale.

Nell'Intranet aziendale esistono spazi dedicati al dopolavoro, all'assistenza sanitaria integrativa, alle attività sociali e culturali dell'azienda ma non si fa menzione delle attività sindacali, degli scioperi, delle rivendicazioni e il telelavoratore non può accedere a siti esterni all'Intranet perché non abilitato alla navigazione in Internet.

Questo problema potrà verificarsi anche per i sempre più numerosi tecnici Telecom Italia che svolgono e svolgeranno sempre più la loro attività di assistenza tecnica presso gli utenti senza più partire dal posto di lavoro ma dalla loro casa, tenendo il mezzo aziendale nel proprio garage e comunicando solo via cellulare, smartphone e portatile; anche qui una forza lavoro che potrà aggirarsi sul migliaio di persone.

Per tutti questi telelavoratori l'esercizio dello stesso diritto di assemblea è problematico: formalmente come i loro colleghi hanno diritto a 10 ore retribuite di permesso assemblea ogni anno, come prevede lo Statuto dei Lavoratori per tutte le aziende con più di 15 dipendenti, ma, in pratica, per raggiungere un posto dove vedersi con altri lo devono fare usufruendo o di tempo loro o utilizzando anche per gli spostamenti le ore retribuite che quindi dopo 3 assemblee finiscono subito.

In questo caso l'alternativa potrebbe essere "videoassemblee" ma, oltre a non essere consentito contrattualmente, ci vorrebbe una piattaforma tecnologica idonea anche se sempre di più gli operatori vengono dotati di webcam per i collegamenti con i supervisor.

Oggi c'è solo un consenso informale al fatto che i telelavoratori possano ricevere sul loro fax in dotazione i comunicati che il sindacato vorrà inviargli a sue spese e con una sua apparecchiatura che dovrebbe essere in grado di inviare centinaia di fax in poco tempo mentre, attualmente, le e-mail aziendali dei telelavoratori non possono ricevere posta dall'esterno.

Come rompere questo isolamento sindacale che rischia di allentare e ridurre il rapporto tra i lavoratori stessi e tra Sindacato e lavoratori, indebolendo ulteriormente il Sindacato e la sua forza contrattuale?

Ecco che nasce la richiesta di una "bacheca elettronica": uno spazio sindacale, autogestito ed autonomo, sugli strumenti di comunicazione aziendale come la Intranet o un sito separato ma accessibile in cui i lavoratori possano leggere le comunicazioni del Sindacato e partecipare alla sua vita associativa se iscritti o dialogare con le proprie Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU) che hanno contribuito ad eleggere.

Telecom Italia, come da suo inveterato costume, non ha rifiutato questa richiesta ma nemmeno l'ha presa in considerazione seriamente riservandosi di farlo molto più tardi, magari come "merce di scambio" all'interno di altre trattative; ma ottenere un diritto come la "bacheca elettronica" costituirebbe un precedente importante per tutto il movimento sindacale del nostro Paese.

Il Sindacato dovrà sempre più impegnarsi su questo fronte: se no l'alternativa saranno le hostess o i tranvieri che per organizzare gli scioperi selvaggi, al di fuori della linea dei sindacati ufficiali, non vanno a guardare vecchie e polverose bacheche ma utilizzano gli Sms dei loro telefonini.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pier Luigi Tolardo

Commenti all'articolo (2)

Pier Luigi Tolardo
Per ora.... Leggi tutto
22-12-2003 11:08

silvano
richiesta Leggi tutto
22-12-2003 08:15

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