[ZEUS News - www.zeusnews.it - 29-03-2019]
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L'UE si accorda sull'Articolo 13: filtri sull'upload sempre più vicini
Il Parlamento dell'Unione Europea ha approvato il testo finale del progetto di direttiva sul diritto d'autore. Entrerà in vigore nell'UE dal 2021, se approvata dagli stati membri, e ha vari problemi.
In pratica si tratta di un filtro preventivo sugli upload, ossia una soluzione tecnica irrealizzabile (come si filtra un modello per stampante 3D sotto copyright?), oltre che uno strumento di censura formidabile (se ne volete un assaggio, guardate come si comporta il ContentID di Youtube).
Per non parlare dell'assurdità di procurarsi una licenza preventiva per ogni possibile contenuto coperto da copyright: non solo musica e film, ma libri, foto, video, software, disegni, testi. Chi potrà negoziare una licenza a tappeto del genere? Solo chi ha tanti soldi.
In sintesi, la direttiva crea un pantano legale che solo chi ha stuoli di avvocati potrà permettersi di gestire e comporta il rischio serio di zittire le voci dei piccoli o dei singoli.
Per esempio, si chiede la BBC, cosa succederà a chi condivide le proprie sessioni di videogioco su Youtube o Twitch? Il video di una sessione è una nuova opera, i cui diritti spettano al giocatore, ma include opere di proprietà dell'azienda creatrice del gioco. Opere al plurale, perché un videogioco contiene grafica, musica, dialoghi e software, ciascuno vincolato da un diritto d'autore separato. Verrà filtrato automaticamente? Un video di una festa di compleanno che contiene una canzone in sottofondo verrà bloccato?
E cosa cambierà in questo blog, per esempio? Per ora nulla: io vivo e lavoro in Svizzera, per cui quello che scrivo non è toccato dalla direttiva, salvo che la Svizzera decida di adottare norme analoghe. Lo stesso vale anche per tutti i contenuti prodotti fuori dall'UE. Il risultato, insomma, è che chi sta nell'UE verrà penalizzato e chi ne sta fuori (Google o Facebook, per esempio) continuerà come prima e anzi starà meglio di prima, perché nessun europeo se la sentirà di costituire un'azienda concorrente.
Ma soprattutto mi sembra che i creatori di questa direttiva, e i politici che l'hanno approvata, non abbiano tenuto conto di una cosa fondamentale: non è che siccome adesso c'è la direttiva, allora i siti dei pirati audiovisivi che distribuiscono film, telefilm, musica e libri violando il diritto d'autore smetteranno improvvisamente di farlo.
Come andrà a finire non lo sa nessuno. Staremo a vedere. Ma se padri di Internet come Tim Berners-Lee e tanti altri sono contrari, forse dovremmo ascoltarli. Anche perché ci hanno detto più volte che quando la Rete trova un ostacolo, trova anche la maniera di aggirarlo.
Ma se volete una sintesi perfetta di cosa non va in questa direttiva, leggete cosa ha tweetato Luca Sofri in proposito:
Al di là di tutte le ragioni e i torti, nessun giornale è capace di spiegare come mai, se Google o FB sfruttano i contenuti "senza dare nulla in cambio", nessuno di quei giornali faccia la cosa più semplice: non indicizzarsi su Google, star via da FB. La risposta è facile.
— Luca Sofri (@lucasofri) March 26, 2019
Fonti aggiuntive: Cory Doctorow, Gizmodo, EFF, Torrentfreak.
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