Pornografia, il Parlamento prepara un filtro al web

La legge sulle intercettazioni introduce l'obbligo per i provider di bloccare tutti i contenuti espliciti.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 20-06-2020]

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All'esame del Parlamento c'è attualmente la conversione in legge del decreto sulle intercettazioni, che lo scorso 17 giugno è stato approvato al Senato (dopo che il governo ha posto la fiducia) e ora passa alla Camera.

Il testo della conversione in legge, però, contiene una sorpresa che non era presente nel decreto iniziale: si tratta dell'articolo 7bis, intitolato Sistemi di protezione dei minori dai rischi del cyberspazio e, in pratica, consiste nell'introduzione in Italia dei filtri anti-pornografia per il web.

L'emendamento è stato proposto dalla Lega e prevede che «I contratti di fornitura nei servizi di comunicazione elettronica disciplinati dal codice di cui al decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259 devono prevedere tra i servizi preattivati sistemi di parental control ovvero di filtro di contenuti inappropriati per i minori e di blocco a contenuti riservati a un pubblico di età superiore agli anni diciotto».

In altre parole, ogni Internet provider deve fornire gratuitamente ai propri clienti un filtro che blocchi i contenuti ritenuti «inappropriati» ossia - com'è nelle intenzioni del proponente - la pornografia e i contenuti a essa assimilabili.

Non solo: «Gli operatori di telefonia, di reti televisive e di comunicazioni elettroniche assicurano altresì adeguate forme di pubblicità di tali servizi in modo da assicurare che i consumatori possano compiere scelte informate».

La norma prevede che i contenuti incriminati siano bloccati come impostazione predefinita, e che solo l'intestatario del contratto (maggiorenne) possa intervenire e richiedere la disattivazione del filtro.

Chi non rispetterà gli obblighi introdotti da questo articolo subirà l'intervento dell'Agcom, che ordinerà «all'operatore la cessazione della condotta e la restituzione delle eventuali somme ingiustificatamente addebitate agli utenti, indicando in ogni caso un termine non inferiore a sessanta giorni entro cui adempiere».

Verrà approvato? Quasi certamente sì. L'iter deve concludersi entro il 29 giugno, e pertanto rischiano di non esserci i tempi necessari per poter intervenire senza mettere a repentaglio l'intera conversione in legge del decreto.

La proposta, che è stata accolta dalla maggioranza, vede però la perplessità di alcuni membri della Commissione Trasporti, i quali hanno fatto sapere che chiederanno al governo di «non rendere il testo immediatamente attuativo», in modo da avere il tempo di consultarsi con gli operatori.

I problemi dell'introduzione di un eventuale filtro sui contenuti espliciti, infatti, sono parecchi. Chi ha tentato di muoversi nella stessa direzione, o ha poi fatto retromarcia perché ciò apre la strada a una deriva censoria generale (è il caso degli Stati Uniti) oppure s'è trovato davanti a questioni tecniche (come il Regno Unito).

Chiunque frequenti la Rete capirà subito che il filtro non può agire con precisione chirurgica: inevitabilmente bloccherà anche i contenuti leciti, e facilmente farà passare anche quelli che in teoria dovrebbero essere fermati.

L'avvocato Fulvio Sarzana, in proposito, in un'intervista a La RepubblicaPlayBoy: a causa dei filtri, i minori non avrebbero potuto leggerla, in quanto ospitata su una rivista per loro illecita.

A livello più generale, inoltre, c'è la questione che riguarda la distinzione tra contenuti ammissibili e non ammissibili, e la constatazione di come gran parte del traffico oggi sia cifrato: si rischia di mettere in campo un filtro non in grado di funzionare, come sottolinea Stefano Quintarelli.

Né bisogna dimenticare la questione della neutralità della Rete, fino a oggi ritenuta un bene irrinunciabile: si tratta del principio in base al quale non è saggio né censurare preventivamente alcun contenuto né, all'opposto, garantire una corsia preferenziale a certi servizi.

Tutti i contenuti in Rete - in base alla Net Neutrality - devono essere ugualmente accessibili: sta poi all'intelligenza e alla volontà dell'utente separare quelli che eventualmente ritenga dannosi (per sé e i propri familiari) da quelli innocui.

Un filtro generalizzato vanificherebbe questo principio, ma è proprio ciò che il Parlamento si appresta ad approvare (seppure, per così dire, con riserva).

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 22)

Certo, ma che da mondo la giovinezza è sempre stata considerata il periodo migliore, difatti le ragazze in particolare, arrivate a 25 anni e senza marito il secolo scorso erano considerate zitelle, vecchie. Seppur in modo diverso la giovinezza è sempre stata sopravvalutata rispetto alla maturità (non vecchiaia ovviamente). Ora i... Leggi tutto
15-7-2020 09:45

Beh, la giovinezza, anzi l'adolescenza, è un'invenzione recente. Del secolo scorso. Prima solo i figli della classe ricca potevano permettersi certi sfizi. Tutti gli altri dovevano mettersi sotto a lavorare anche dodici anni. E a diciotto (o comunque quando raggiungevi la maggiore età), non c'era nessuno a sostenerti: dovevi arrangiarti.... Leggi tutto
14-7-2020 23:42

Bisognerebbe capire da che contesto sociale arrivano questi ragazzini, così violenti, annoiati, inclini a certi atteggiamenti, o comunque in che modo ne sono rimasti coinvolti. Comunque posso solo sperare che siano casi sporadici, e non di certo la norma fra i ragazzini, anche se, l'adolescenza non è proprio una bella età come ce la... Leggi tutto
12-7-2020 17:29

Maary79, il problema non è tanto la pornografia in sé, quanto il fatto che si tratti di condivisione di pedopornografia e di immagini di mutilazioni e altre schifezze simili. Negli ultimi giorni leggo spesso di baby-gang che si affrontano e utilizzano bottiglie rotte per ferire (più o meno gravemente) chiunque non gli stia a genio.... Leggi tutto
12-7-2020 09:56

Le mele marce ci sono ovunque bdoriano, e non hanno sesso, età o etnia, non credo che senza pornografia quei ragazzini non avrebbero fatto quello che hanno fatto.... :(
11-7-2020 19:25

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