Ormai sembra tutto pronto per un'Opa di Telecom Italia per fondersi con Tim; ma ci potrebbe essere una contro-Opa.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-02-2004]
Quando il Presidente di Telecom Italia Marco Tronchetti Provera viene interrogato sull'eventualità di una fusione Telecom Italia-Tim, l'imprenditore praticamente nega sempre, affermando anzi che telefonia fissa e mobile sono competitive tra loro e quindi una fusione non sarebbe conveniente.
In realtà la necessità di Tronchetti Provera di ridurre il debito del Gruppo Telecom Italia, che andrà in scadenza soprattutto nel 2005 e nel 2006, mettendosi al riparo da un possibile rovinoso aumento dei tassi di interessi è sempre la prima delle sue priorità.
Portare i lauti dividendi di Telecom Italia in Tim è sempre la più scontata delle vie da percorrere visto che l'altra, cioè vendere tutta o in parte Tim, è una scelta che non è e non sarebbe condivisa dal mercato e dal Governo.
Intanto il lavoro di integrazione prosegue a tappe forzate: unificati gli affari sindacali, legali, la finanza, la gestione del personale, la pubblicità e le relazioni con i media, gli acquisti, la rete commerciale con negozi e forze di vendita cooperanti.
Tim ha tagliato e sfoltito i quadri dirigenti, bloccato le assunzioni a costo di duri conflitti sindacali: è quasi impossibile che, nei prossimi mesi, qualcosa non si muova nel senso della nascita di una grande Telecom Italia con una business unit di telefonia mobile al proprio interno.
Il mercato finanziario, stordito dagli scandali Cirio, Parmalat, Argentina, Finmatica esulterebbe entusiasticamente a questa notizia con beneficio dei titoli del Gruppo Telecom Italia. Non è detto che però non ci possa essere una contromossa: lo stesso Amministratore Delegato di Tim Marco Benedetti, forte dei legami e dei rapporti familiari, potrebbe mettersi a capo di una cordata di investitori alternativi a Tronchetti Provera: potrebbe così essere lanciata una contro-Opa, magari con gli spagnoli di Telefonica Moviles, che oggi sono legati da un patto di non concorrenza con gli spagnoli.
Il rischio che De Bendetti junior in caso di fusione perda il posto è forte, e potrebbe spingere il giovane e brillante manager a questa contromossa, di cui si vocifera da tempo.
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