[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-05-2022]
La questione è stata inizialmente portata all'attenzione generale da Apple che, qualche settimana fa, ha iniziato ad avvisare sviluppatori e utenti dell'imminente "pulizia di primavera" che presto si abbatterà sull'App Store.
L'azienda di Cupertino ha infatti deciso di cancellare tutte quelle app che non hanno ricevuto aggiornamenti «da parecchio tempo» e che vengono pertanto considerate abbandonate.
Apple non è la sola ad aver rivelato questa intenzione: anche Google si è mossa in una direzione analoga, avendo comunicato agli sviluppatori che hanno tempo sino al primo novembre per assicurarsi che le loro applicazioni siano compatibili per lo meno con le API di Android 10, pena la rimozione.
Secondo i dati di Pixalate tutto ciò, in concreto, significa che solo tra le applicazioni che sono state scaricate oltre 100 milioni di volte ce ne sono (contando sia App Store che Google Play) oltre 1 milione che non ricevono aggiornamenti da sei mesi e che possono considerarsi a buon diritto in pericolo, almeno secondo i canoni di Apple (Google sembra interessarsi più alla compatibilità con le ultime API che alla data dell'ultimo aggiornamento).
Gli stessi dati mostrano che, se allarghiamo il campo alle app che non vengono aggiornate da almeno 2 anni, allora il conto è pari a ben 1,5 milioni: si tratta di circa il 31% delle app totali dei due store.
Per giustificare le loro scelte, Apple e Google spiegano che app non aggiornate da tempo potrebbero non funzionare sui dispositivi più recenti e che, se davvero sono abbandonate, potrebbero rappresentare rischi per la sicurezza; dopotutto - ragionano i due giganti - poiché prima della rimozione i vari sviluppatori vengono avvisati per tempo, se questi volessero mantenerle attive provvederebbero ad aggiornarle.
In realtà, però, molti sviluppatori ricordano che ci sono app che semplicemente non hanno bisogno di aggiornamenti. Per lo più si tratta di videogiochi che, pur avendo superato da tempo il loro momento di gloria, ancora funzionano perfettamente pure sui dispositivi odierni e tuttora vengono scaricati e giocati, anche se magari l'ultimo aggiornamento risale al 2019.
Per gli utenti di Android, la rimozione da Google Play della loro app preferita è un problema a cui si può forse rimediare: il sistema di Google consente infatti il sideloading (ossia la possibilità di installare applicazioni non provenienti dallo store ufficiale) e, pertanto, basta che lo sviluppatore metta a disposizione il pacchetto APK dell'app.
Per gli utenti di iOS la questione è invece più complicata: allo stato attuale sui dispositivi Apple il sideloading non è permesso e, a meno che l'Unione Europea non ci metta lo zampino, la sparizione di un'app dall'App Store comporta che essa svanisca per sempre.
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