Ecco a cosa serve il contingente italiano in Iraq: Telecom Italia vuole aggiudicarsi la commessa per la ricostruzione della rete telefonica.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-03-2004]
A cosa serve il contingente militare italiano in Iraq? Il terzo contingente militare, dopo quello americano e quello inglese, circa 3.000 uomini e donne, per il quale il Parlamento ha appena approvato l'impiego e il finanziamento, a cosa serve?
Il Governo dice che serve per la pace, contro il terrorismo, per la democrazia, eccetera, eccetera, eccetera.
Non so. Certamente, serve agli interessi delle grandi imprese italiane che non vogliono essere tagliate fuori dal business del secolo appena iniziato: la ricostruzione di un Paese distrutto da due guerre, da un embargo decennale e dalla dittatura di Saddam.
Per la ricostruzione delle telecomunicazioni irachene non si parla di gara d'appalto ma di una trattativa privata tra l'amministrazione americana per la ricostruzione diretta dall'ammiraglio americano Nash, attorniato da uomini d'affari italiani spregiudicati e abili, e Telecom Italia: per una spesa che supererà i 30 milioni di euro.
Non si attenderà dunque l'insediamento di un governo democratico, legittimato da nuove elezioni libere, nè un'eventuale nuova gestione della ricostruzione, sotto l'egida dell'Onu anzichè degli Usa, ma saranno gli americani a decidere tutto, premiando così il loro fedele alleato Berlusconi e il fedele alleato del loro alleato Tronchetti Provera.
I soldati italiani serviranno quindi non solo a fare le comparse per il Festival di Tony Renis e della Ventura ma anche come merce di scambio per un business da cui nemmeno il neutralista Giappone ha voluto essere tagliato fuori. Il Tricolore sventola ancora a Nassirya ma se le cose stanno così forse è bene ammainarlo.
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