Parlamento e Consiglio varano le linee guida per il portafogli digitale unico che racchiuderà carta d'identità, patente, conto bancario e altro ancora.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 15-11-2023]
C'è un primo accordo provvisorio tra il Consiglio dell'UE e il Parlamento europeo sull'identità digitale europea (altrimenti nota come eID), che racchiuderà in un unico portafogli le informazioni di identificazione dei singoli cittadini che al momento sono sparse in vari documenti.
«Stiamo compiendo un passo fondamentale affinché i cittadini possano disporre di un'identità digitale europea unica e sicura. Avanziamo così in modo significativo nella direzione di un'Unione europea quale riferimento globale nel settore digitale, proteggendo i nostri diritti e valori democratici» ha commentato Nadia Calviño, ministro spagnolo della trasformazione digitale.
In base all'accordo, ogni Stato dell'Unione Europea fornirà a ciascun cittadino un portafogli digitale (gratuito per le persone fisiche) in cui saranno contenuti i dati di vari documenti (carta d'identità, patente, diploma, conto bancario); questi dati saranno poi adoperati per confermare l'identità del portafogli presso i servizi statali ed europei tramite un sistema riconosciuto e adoperato in tutta la UE.
Per gli utenti italiani ciò sembra comportare, in altre parole, la fine dello SPID: infatti la UE vuole, con l'introduzione dell'eID, eliminare la necessità di appoggiarsi a servizi privati per la verifica dell'identità, portando invece l'intero processo nelle mani degli Stati.
Come d'altra parte già si capisce, l'eID è più dello SPID, e offrirà anche altri servizi rispetto a quelli già indicati: non solo conterrà i dati di diversi documenti, ma potrà essere utilizzato anche per apporre la propria firma elettronica.
Per quanto riguarda la piattaforma software destinata a gestire un compito tanto importante, la UE precisa che «i componenti software per le applicazioni saranno open source, ma agli Stati membri è concesso il margine di manovra necessario affinché, per motivi giustificati, non possano essere divulgati componenti specifici diversi da quelli installati sui dispositivi dell'utente».
Perché l'eID diventi realtà occorrerà ancora del tempo. Per quanto riguarda la parte legislativa, i lavori ora procedono per integrare l'accordo tra Parlamento e Consiglio nel testo giuridico, che poi sarà sottoposto ai rappresentanti dei diversi Stati; quindi dovrà essere adottato dal Parlamento e del Consiglio, e quindi essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea.
Infine, naturalmente, è necessario che gli strumenti tecnici e la piattaforma di gestione vengano approvati e sviluppati. Per tutti questi motivi, da Bruxelles non si sbilanciano circa i tempi necessari.
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Homer S.