Flipper Zero non è un gadget per “hackerare tutto”

Le cose da sapere.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 19-02-2024]

flipper zero

Vado spesso nelle scuole a fare lezioni di sicurezza e privacy informatica, e in ogni classe c'è sempre qualche studente o studentessa che durante la lezione nota e osserva con particolare interesse e fascino il telecomando che tengo in mano e che uso per gestire la mia presentazione, e lo indica emozionato ai propri compagni.

Fascino, interesse e emozione non sono parole che normalmente si associano a un telecomando per computer, ma questo non è un telecomando qualsiasi: è un Flipper Zero, un piccolo dispositivo elettronico multifunzione tascabile che, perlomeno secondo quello che raccontano molti YouTuber, sarebbe una sorta di vietatissimo grimaldello universale in grado di "hackerare" praticamente qualunque cosa.

Vorrei subito rassicurare i genitori e i docenti che seguono questo podcast: non vi preoccupate, non uso il mio Flipper Zero per violare i telefonini dei vostri figli o studenti o per rubare la password del Wi-Fi. A scuola lo uso semplicemente come telecomando per il mio computer, perché nonostante sia un prodotto amatoriale è molto più stabile e affidabile dei normali telecomandi commerciali e perché so che catturerà l'attenzione, e quell'attenzione mi permetterà di comunicare meglio i concetti di sicurezza e privacy digitale che sono chiamato a insegnare.

Flipper Zero è molto di più di un telecomando: è in grado di leggere, duplicare e emulare i dispositivi RFID e NFC incorporati in molti oggetti elettronici, dalle carte di credito alle tessere delle camere d'albergo, è capace di leggere i microchip di identificazione degli animali e di ricevere e registrare segnali radio, e può duplicare anche molte chiavi elettroniche usate per aprire porte o gestire accessi. Ha un ricevitore e un emettitore a infrarossi che gli permette di fare da telecomando universale e un ricetrasmettitore Bluetooth per collegarsi senza fili ad altri dispositivi. Inoltre è espandibile grazie a schede elettroniche esterne.

In altre parole, è una specie di coltellino svizzero per informatici, inventato da Alex Kulagin e Pavel Zhovner nel 2019, finanziato tramite una campagna su Kickstarter e basato su software aperto, ossia open source, pubblicando anche i suoi schemi elettronici per massima trasparenza. Con tutti i suoi sensori, ricevitori e trasmettitori programmabili e la possibilità di collegare schede elettroniche esterne, è un gioiello di versatilità per chiunque sia interessato a studiare il funzionamento dei dispositivi informatici e le loro comunicazioni senza fili.

Non è un oggetto a buon mercato, visto che oggi costa intorno ai 160 franchi, e soprattutto non è facile da trovare, anche perché molti grandi negozi online si rifiutano di tenerlo in catalogo. Ad aprile 2023 Amazon ha vietato le vendite di Flipper Zero perché secondo l'azienda si tratterebbe di un dispositivo in grado di clonare carte di credito e altre tessere. L'anno scorso in Brasile le spedizioni di Flipper Zero sono state bloccate e sequestrate dall'agenzia nazionale per le telecomunicazioni, e ora in Canada le autorità vogliono bandire questo dispositivo perché verrebbe "usato per commettere reati".

In Svizzera non sembrano esserci problemi o restrizioni, almeno per ora, visto che ho acquistato il mio esemplare tramite importazione standard. Questo oggetto, insomma, viene considerato pericoloso da alcune autorità e molti YouTuber mostrano come usarlo per aprire porte e addirittura comandare semafori. Ma dal punto di vista tecnico tutta questa fama è in realtà una bufala.

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Capacità reali, video irreali

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Paolo Attivissimo

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Commenti all'articolo (5)

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2-6-2024 19:47

{SHRDN}
" a cosa serve esattamente?" a spendere 200 euro! Una buona operazione di marketing che attira smanettoni impreparati e gli fa credere di poter fare tutto con 200 euro senza studiare e capire almeno i protocolli che usa. Il politico invece, senza troppi sforzi, paga un consulente (un amico di solito) che gli... Leggi tutto
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L'app che permette di noleggiare un'autovettura direttamente dallo smartphone è molto contestata dai tassisti.
Non è necessario introdurre nuove regole per l'app. I tassisti hanno torto, perché il mondo si evolve ma loro ragionano come se Internet non esistesse, difendendo ciecamente la loro casta (che ha goduto di fin troppi privilegi negli ultimi anni).
I tassisti dovranno adeguarsi e mandare giù il boccone amaro, anche se un minimo di regolamentazione per l'app è necessaria.
L'app non va vietata del tutto, ma va limitata in modo pesante così da poter salvaguardare le esigenze dei tassisti.
L'app va completamente vietata: i tassisti hanno ragione a protestare, perché Uber minaccia il loro lavoro e viola leggi e regolamenti.
Non saprei.

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