Non c'è nemmeno la possibilità di recedere dal contratto senza penali.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-10-2025]
Il Disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2025, noto come DDL Concorrenza, è attualmente in esame presso la Commissione Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare del Senato. Presentato il 10 luglio 2025 dal governo, il testo base non includeva disposizioni specifiche sul settore delle telecomunicazioni; ma gli emendamenti depositati il 30 settembre hanno introdotto temi controversi come l'adeguamento automatico delle tariffe telefoniche all'inflazione e l'utilizzo dei dati di portabilità per fini commerciali. Firmati da senatori di Forza Italia e Lega, questi interventi rispondono a pressioni del settore: le aziende affermano di avere la necessità di bilanciare i costi operativi a causa dell'inflazione persistente, stimata dall'ISTAT all'1,6% annuo a settembre 2025.
L'emendamento principale in discussione è il 9.0.113 a firma dei senatori Antonio Trevisi, Adriano Paroli e Dario Damiani di Forza Italia: introduce una clausola di indicizzazione per i contratti di comunicazione elettronica. Questa disposizione permette agli operatori di adeguare i prezzi annualmente in misura pari all'aumento dell'indice ISTAT dei prezzi al consumo per l'intera collettività, con la possibilità di applicare un coefficiente aggiuntivo predeterminato, da comunicare all'utente prima della stipula del contratto. La parte interessante (o preoccupante, per gli utenti) di tutto ciò è che l'adeguamento non è considerato una modifica unilaterale per i contratti esistenti: non si applica pertanto il diritto al recesso gratuito che attualmente protegge i clienti da rincari non concordati.
In pratica, un utente che non accetti l'aumento (applicabile una sola volta l'anno) non potrebbe recedere gratis dal contratto senza pagare penali. In caso di approvazione, la norma si applicherebbe a utenze domestiche e business, potenzialmente interessando milioni di linee attive. In Italia il mercato telefonico conta circa 80 milioni di SIM complessive secondo i dati AGCOM relativi al 2024. Operatori come TIM e Vodafone avevano già tentato mosse simili negli anni passati ma una delibera AGCOM ne ha limitato l'uso, richiedendo consenso esplicito scritto; una sentenza del TAR Lazio ha parzialmente annullato tale delibera su ricorso di TIM, confermando però i divieti generali.
In aggiunta a tutto ciò, l'emendamento 9.0.112 - a firma di Gianluca Cantalamessa, Giorgio Maria Bergesio e Mara Bizzotto della Lega -punta a modificare l'articolo 98 duodecies del Codice delle Comunicazioni Elettroniche, consentendo l'uso dei dati di portabilità del numero mobile per offerte commerciali se l'utente ha prestato consenso preventivo. Attualmente tali dati sono protetti da usi promozionali per prevenire il telemarketing aggressivo; l'emendamento aprirebbe a una "rivendita" indiretta, potenzialmente esponendo i clienti a spam mirato durante i passaggi tra operatori. AGCOM ha contrastato queste pratiche con il "primo blocco attivo" attivato dal 19 agosto 2025, che permette agli utenti di opporsi preventivamente alle chiamate commerciali.
Questo pacchetto di misure riflette un più ampio dibattito sul DDL Concorrenza, che mira a liberalizzare settori come energia e trasporti; ma rischia di complicare la tutela dei consumatori nel digitale: non a caso, le reazioni dal mondo delle associazioni sono unanimi nel criticare gli emendamenti pro-aumento. Attraverso il presidente Luigi Gabriele, Consumerismo ha definito le proposte «penalizzanti per i cittadini» e si appella al Parlamento per bocciarle, privilegiando una concorrenza basata su trasparenza e qualità anziché su restrizioni ai diritti. Simili posizioni arrivano da Codacons e Federconsumatori, che evidenziano come l'indicizzazione automatica possa arrivare a tradursi in rincari medi di 2-5 euro mensili per linea, cumulando a centinaia di euro annui per famiglie con multiple utenze. Dal canto proprio, le Telco argomentano che l'adeguamento è necessario per investimenti in 5G e fibra, con il tasso di inflazione programmata del MEF fissato all'1,8% per il 2025 nei bilanci pubblici.
Il DDL Concorrenza è al momento ancora in discussione: approvato dal Consiglio dei Ministri il 4 giugno 2025, è stato assegnato alla Commissione 9 del Senato dal 15 luglio, con relatore il senatore Bartolomeo Amidei di Fratelli d'Italia. Gli emendamenti sono in discussione da fine settembre, con voto previsto entro novembre per l'approvazione in prima lettura; il testo passerà poi alla Camera. Se approvato con queste varianti, il DDL potrebbe ridefinire il panorama delle utenze telefoniche spostando l'onere degli adeguamenti inflattivi dai bilanci aziendali a quelli familiari.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
|