Entro la fine dell'anno e' probabile che vada in porto la fusione Telecom Italia-Tim: le risorse investite in questa operazione finanziaria colossale potrebbero essere meglio investite per coprire l'Italia con la banda larga.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-12-2004]
Ormai è deciso: forse sarà propizio il weekend di Sant'Ambrogio, patrono di Milano, città dove Tronchetti Provera ha fissato la sede di Telecom Italia, traslocandola da Torino: i Consigli di Amministrazione di Tim e Telecom Italia, potrebbero decidere la "fusione del secolo".
L'evento potrebbe slittare a ridosso del Natale, ma tutto è ancora appeso alle decisioni dell'altro grande socio di Tronchetti Provera: la famiglia Benetton, che vuole partecipare alla ricapitalizzazione di Olimpia solo in cambio di garanzie su un maggior peso decisionale in Telecom Italia.
Dietro la richiesta di contare di più in Telecom Italia per l'holding Benetton, c'è la voglia di rivincita del suo grande general manager, Vito Gamberale: proprio quel Vito Gamberale che, dopo aver portato Tim a essere il primo gestore mobile europeo, si era visto dare il benservito.
Gamberale è uno tosto: si è visto come ha resistito alla galera e ne è saputo uscire con onore: se Benetton sarà della partita in via Einaudi, sede milanese di Telecom Italia, si farà sentire.
Il vero problema della fusione Tim-Telecom Italia, oltre ai possibili esuberi di personale, è lo spreco di risorse che verrà fatto: 8-10 miliardi di euro, tra acquisto delle azioni attraverso le Ops e ricapitalizzazione di Olimpia (perché il sindacato di controllo attuale guidato da Tronchetti Provera possa continuare la sua leadership sul Gruppo).
Sono otto/dieci miliardi di euro che appesantiscono l'indebitamento Telecom Italia, mentre il Paese avrebbe bisogno di analoghi investimenti per la banda larga, per abbattere il digital divide che si sta creando nell'accesso all'Internet veloce tra Nord e Sud, tra aree metropolitane e centri medi, all'interno delle stesse città.
La banda larga come grande infrastruttura di base della nostra economia perché sia più competitiva e non l'esasperata finanziarizzazione dovrebbe essere la mission prioritaria di Telecom Italia.
Mettendosi dalla parte degli utenti italiani, verrebbe da chiedere più Adsl a tariffe più basse e meno giochi in borsa. La Confindustria di Montezemolo e Tronchetti Provera aveva chiesto meno Irap per investimenti e sviluppo: se più risorse significano più speculazione allora è meglio che le cose siano rimaste così.
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