Il piano dell'ITU è veramente aperto e collaborativo?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 24-06-2005]
L'International Telecommunication Union (ITU) è un'agenzia delle Nazioni Unite specializzata in telecomunicazioni.
La scorsa settimana ha varato un piano per portare l'accesso alle tecnologie informatica e telecomunicazioni a nientepopò di meno che un miliardo di persone attualmente escluse.
"Connetti il Mondo", questo è il suo nome, è studiato per incoraggiare nuovi progetti e collaborazioni per costruire un ponte sul digital divide, secondo il segretario generale Yoshio Utsumi.
Ad oggi, i 942 milioni di persone che vivono nei paesi sviluppati (il 15 per cento della polpolazione mondiale) godono di un accesso cinque volte migliore a servizi telefonici mobili e fissi, nove volte migliore alla rete Internet, e possiedono un numero di computer 13 volte maggiore rispetto al rimanente 85 per cento della popolazione, secondo l'ITU.
Inoltre, circa 800.000 villaggi, il 30 per cento dei villaggi mondiali, mancano di una qualunque connessione. "Non sarà la tecnologia a risolvere il problema del digital divide, ma la cooperazione tra le persone. "Connetti il Mondo" vuole incentivare le persone a lavorare insieme per collegare gli esclusi," dice Utsumi.
Attraverso una piattaforma internazionale per dare pubblicità alle molte iniziative di sviluppo innovative e di successo già in atto, l'ITU spera di spronare le organizzazioni a ogni livello ad essere attivamente coinvolte nello sviluppo.
"Ogni partner lavora nella propria area di competenza. Applaudo i loro sforzi, e spero che i loro progetti servano a stimolare nuove partnership e ispirino altre organizzazioni a unirsi a noi e lanciare attività di sviluppo nel loro territorio," sostiene Utsumi.
È un'iniziativa di coordinamento, quindi, che raggiungerà la massa critica, e quindi la massima efficacia, entro il 2015. L'iniziativa pone molta enfasi sull'importanza di cooperazione tra settori pubblici e privati, agenzie delle Nazioni Unite e la societá civile.
Belle parole, vero? Qualcuno avrà notato che nel comunicato stampa non si fa alcun riferimento a formati aperti, Free e Open Source Software e comunità collegate. Questo nonostante i ripetuti riferimenti a collaborazione, cooperazione, coinvolgimento, condivisione, etc.
Sicuramente il progetto è incentrato sulle infrastrutture hardware, ma mi sembra improbabile che tutta questa architettura non necessiti di software.
Forse la chiave di questa lacuna sta nell'elenco dei 22 soci fondatori di "Connetti il Mondo", in cui troviamo aziendine come Intel, Microsoft, KDDI, Infosys e WorldSpace. Alcune di queste, forse, non gradiscono la presenza dei movimenti FLOSS nel progetto. Peccato.
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