La multinazionale Monsanto chede di mettere suini sotto protezione brevettuale. La denuncia di Greenpeace.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-08-2005]
Greenpeace segnala una domanda di brevetto presentata dal gigante biotech Monsanto che, se concesso, metterebbe sotto il loro controllo alcune fasi cruciali dell'allevamento e alcune combinazioni genetiche dei maiali in tutto il mondo.
Lo scorso febbraio è stata consegnata alla World Intellectual Property Organisation (WIPO) a Ginevra, la richiesta di brevetto che riguarda 160 Paesi del mondo. L'Italia non entra nella lista, ma vi fanno parte Gran Bretagna, Germania, Russia, Stati Uniti, Brasile, India, Cina, Australia, Filippine e Nuova Zelanda.
Il sito dell'organizzazione internazionale (che per primo ha dato la notizia) è ricco di dettagli su questa domanda. Vi possiamo trovare interessanti stralci, che aiutano a capire il carattere della richiesta.
La politica della Monsanto in termini di brevetti è cosa nota da tempo. Sui prodotti agricoli OGM, come mais e soia, costituisce una spinta enorme alla monocoltura, diventando una grande minaccia per la biodiversità. In questo modo, non solo si mette a repentaglio la sicurezza alimentare globale, ma si danneggia l'economia di milioni di famiglie di contadini, che quando tutto va bene sono taglieggiati dalle royalty, quando qualcosa va storto, è la rovina.
Talvolta l'arroganza della multinazionale sembra superare la barriera della decenza, cercando di brevettare alcuni aspetti dell'agricoltura e dell'allevamento su cui non ha alcun diritto: nel 2003 aveva brevettato il mais messicano e nel 2004 il Nap Hal, cioè il frumento indiano.
"Un vero e proprio furto ai danni degli indiani," dice Federica Ferrario di Greenpeace, "nel brevetto non c'era nulla di nuovo rispetto al frumento che gli indiani usano da centinaia di anni e che ha fatto la fortuna del loro pane chapati". Per la cronaca, entrambi i brevetti sono stati revocati in seguito alla battaglia legale condotta da Greenpeace.
Adesso ci risiamo: "Stanno ancora cercando di controllare il cibo, con quest'operazione che rappresenta un abuso alle norme sulla brevettabilità e un affronto agli allevatori di tutto il mondo" spiega Eric Gall di Greenpeace.
In effetti, la richiesta degli avvocati di Monsanto sembra priva di ogni fondamento giuridico, ma anche contro ogni buonsenso. Eppure ci provano lo stesso, segno che sentono di avere, presso il WIPO, buone carte da giocare.
La guerra per la proprietà intellettuale non riguarda solo il software. Si combatte giorno per giorno nelle aule di giustizia, nei parlamenti e negli organismi internazionali come il WIPO. Queste organizzazioni, costituite in maniera non elettiva, lobbizzate e lottizzate dalle multinazionali, rappresentano paradossalmente l'ultimo baluardo, in questa fase, di noi poveracci e di chi ci difende.
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