Si intrecciano almeno quattro tracce di interpretazione del caso delle intercettazioni.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-03-2007]
Più va vanno avanti le indagini sul caso Tavaroli, il capo della security di Telecom, più si intrecciano cose diverse, filoni diversi e nuovi di indagini che si intricano e si aggrovigliano.
Il primo filone è quello degli abusi della security in quanto tale: sono le indagini abusive, in violazione dello Statuto dei Lavoratori, effettuate su aspiranti a un posto di lavoro in Telecom Italia e in Pirelli e su un certo numero di lavoratori, prevalentemente delegati sindacali o vicini a organizzazioni politico-sindacali di estrema sinistra; queste indagini sarebbero state compiute, dice Tavaroli, per prevenire infiltrazioni terroristiche.
Sempre secondo Tavaroli, l'ordine di avviare queste indagini sarebbe arrivato dai capi del personale Gustavo Bracco e Rodolfo Rosati, e sarebbero state realizzate corrompendo componenti delle forze dell'ordine per avere dati riservati.
Sempre nel filone degli abusi della security Telecom figurano le incursioni informatiche ai danni dei concorrenti come Vodafone, Fastweb, i concorrenti brasiliani, ora sembra quelli francesi.
Poi ci sono in questo filone le incursioni nei Pc di giornalisti considerati nemmici, come Mucchetti al Corriere, quelle ai danni del Garante delle Comunicazioni e dell'Antitrust, politici amici e nemici di Tronchetti Provera.
E' possibile che Tronchetti non ne sapesse niente? I magistrati cominciano a dubitare seriamente che anche lui sapesse di queste indagini illegali (o addirittura ne fosse il mandante) ma non riescono a trovare prove e, per ora, Tavaroli non vuole scoprire il suo ex datore di lavoro.
E' possibile che Riccardo Ruggiero non sapesse niente dello spionaggio attuato contro i concorrenti? E' improbabile, ma forse anche Ruggiero presto uscirà da Telecom per essere sostituito da un nuovo manager di fiducia dei nuovi azionisti bancari che sostituiranno Tronchetti.
Il filone di indagine sugli abusi della security Telecom con la connivenza o la direzione dei manager Telecom si intreccia con l'ipotesi che Tavaroli, Ghioni e gli altri lavorassero anche in proprio, ipotizzando di uscire a un certo punto dall'azienda con un bel po' di soldi, con molti dossier per ricattare anche i propri passati datori di lavoro e con una rete pronta per essere usata, fatta di uomini delle forze dell'ordine collaudati e fedeli.
A questi due filoni si affiancano quello della collaborazione stretta e reciproca tra Tavaroli e il suo grande amico Marco Mancini, già numero due del Sismi, il servizio segreto militare italiano: su questo filone di indagine non si saprà mai tutta la verità perché il governo Prodi ha messo il segreto di stato sulla vicenda del sequestro di Abu Omar, uno snodo importantissimo per comprendere i rapporti tra Sismi e Telecom Italia e quale tipo di informazioni riservate sulle telefonate degli italiani Tavaroli ha passato al Sismi, senza passare dal controllo dei magistrati come avviene normalmente.
Infime il quarto, ma non ultimo per importanza, filone di indagini: il rapporto tra Tavaroli e Spinelli, capo della Cia in Italia: anche su questo non sapremo mai niente.
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