Un ragazzo rivela di aver raccolto informazioni sensibili crackando il sito TorrentSpy per conto della più potente associazione di produttori cinematografi.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 23-10-2007]
Wired News ha pubblicato un'intervista in cui un tale, di nome Robert Anderson, dichiara di aver lavorato per un certo tempo al soldo della MPAA al fine di ottenere informazioni tramite sistemi illegali per la battaglia che la Motion Picture Association of America sta conducendo contro il peer to peer.
La storia risale al 2005. A quel tempo Anderson era un giovane hacker di 23 anni che risiedeva a Vancouver. Egli avrebbe dapprima ottenuto l'accesso ai sistemi di TorrenSpy semplicemente indovinando la debole password di un account con poteri di amministratore, facendo in tutto poco più di 30 tentativi, come egli stesso ammette.
TorrentSpy è uno dei principali motori di ricerca per il reperimento di link a file posti in condivisione tramite il noto sistema p2p BitTorrent; con questo sito la MPAA è in causa per infrazione di copyright.
Il passo successivo - sempre secondo il racconto dell'hacker - sarebbe stato mettersi in contatto con la MPAA la quale, dopo aver ignorato inizialmente diverse mail, avrebbe risposto tramite Dean Garfield, a quel tempo direttore legale dell'Associazione.
"Avremmo bisogno di qualcuno come te" - sarebbero state le parole di Garfield - "Ti forniremmo un lavoro pagato, una casa, un'auto, tutto ciò di cui hai bisogno... se salverai Hollywood per noi potrai diventare ricco e potente".
Semplice la risposta di Anderson: "Era un'opportunità per fare soldi, perché sapevo come funzionavano quelle reti". Questa disponibilità sarebbe stata valuta 15.000 dollari.
Secondo quanto rivelato da Anderson, nei piani della MPAA ci sarebbe stata anche la creazione di un falso sito BitTorrent. L'obiettivo del piano era ancora lo spionaggio: "Creeremo un falso sito Torrent. Contatteremo gli altri siti Torrent. Otterremo i loro nomi, liste di indirizzi, contatti e informazioni bancarie"
Tutto ciò è raccontato al condizionale perché - com'è d'altra parte ovvio - la MPAA nega quasi tutto. Elizabeth Kaltman, portavoce della MPAA, ha detto che la sua Associazione non ha tali piani e che l'accusa di voler pubblicare un sito fasullo è "chiaramente falsa".
Ciò che non viene negato è il pagamento di Anderson per l'ottenimento di informazioni sensibili; tuttavia la MPAA proclama di non sapere che queste fossero di provenienza illegale: "La MPAA ottiene informazioni da terze parti solo se ritiene che le prove siano state raccolte legalmente".
Intanto Justin Bunnell, fondatore di TorrentSpy, ha controdenunciato la MPAA per aver ottenuto le informazioni che le hanno permesso di portare avanti la causa in modo illegale.
Perché Robert Anderson stia rivelando tutto questo - se poi è vero - solo ora, non è dato sapere. Magari è solo un altro modo per fare soldi.
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