Ma l'associazione dei discografici americani punterà il dito verso i provider. [SONDAGGIO]
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-12-2008]
La Riaa, associazione che rappresenta il grosso dell'industria discografica americana, ha deciso che non perseguirà più i singoli utenti che scaricano musica illegalmente ma d'ora in avanti concentrerà i propri sforzi sugli Internet Provider.
I discografici non hanno deciso di abbandonare la lotta alla pirateria, né a dire la verità rinunceranno completamente alla caccia alle streghe: chi scaricherà più di 5.000 o 6.000 brani al mese continuerà a essere denunciato come prima.
Andare a prendere i condivisori uno per uno è una strategia che non paga: un intervento a livello di chi fornisce il servizio di connessione a Internet appare molto più efficace, come sa bene il presidente francese.
D'ora in avanti l'Associazione dei Discografici ha intenzione di assumersi un incarico di polizia andando a caccia di chi, in base al traffico generato, sembri fare uso di software peer to peer.
A quel punto passerà l'informazione al proprio braccio armato - pardon, agli Internet provider - senza peraltro aver raccolto alcun dato personale ma solo l'indirizzo Ip e poco altro, giusto per restare nella legalità.
Sarà cura del provider, a quel punto, avvisare l'utente che tutta quella sua attività è sospetta e che, se non cambia comportamento, dovrà subirne le conseguenze.
Un fornitore di connettività - sostiene la Riaa - ha già aderito alla strategia: gli utenti condivisori di file verranno avvisati più volte via email e poi, se non faranno qualcosa per levarsi di dosso l'infamante marchio, subiranno una non meglio specificata "riduzione del servizio", che probabilmente si tradurrà in una riduzione della banda.
Così facendo la Riaa non viene a conoscenza dell'identità degli utenti, facendo contenti tutti a partire dal Procuratore Generale dello Stato di New York, che ha approvato il piano. Probabilmente ciò non accontenterà gli oppositori e chi ravviserà comunque una violazione dei diritti degli utenti, ma costoro dovranno percorrere una via più dura.
La decisione di non perseguire più gli utenti ma di demandare l'onere agli Isp ha già ottenuto una conseguenza positiva, almeno per la Riaa: le previsioni di spesa dell'associazione sono calate, migliorando così un bilancio non proprio roseo.
Ora si spiega dunque il vero motivo che spinge la Riaa: pagare meno avvocati.
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