La libertà del Web è sempre più minacciata da veti e limitazioni, da operazioni portate avanti da governi e da multinazionali, con il dispiegamento di potenti mezzi tecnologici. Quando riuscirà un movimento a essere altrettanto forte, almeno per quel che riguarda la mobilitazione delle coscienze, per difendere la libertà di espressione in Internet?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-12-2001]
Tutti conoscono Amnesty International, l'organizzazione internazionale non governativa e apolitica che si batte contro la pena di morte, la tortura, la repressione dei diritti umani fondamentali come la libertà di espressione, di stampa, religiosa, di associazione.
Tutti conoscono, nonostante la caduta dei regimi autoritari del socialismo reale e delle dittature sudamericane, l'importanza e l'attualità dell'impegno di Amnesty: dalla situazione in Afghanistan ai fatti italiani della Genova del G-8. Per la libertà nel Web ci vorrebbe un'organizzazione altrettanto forte: internazionale, volontaria, indipendente, autorevole.
La libertà nel Web è sempre più minacciata, nonostante la giovinezza e la limitata (rispetto alla popolazione mondiale) diffusione di Internet. Di questi giorni è la notizia della decisione del Governo cinese di chiudere 17.000 dei 94.000 Internet cafè cinesi, in un Paese dove gli internauti sono in crescita, passati dai 4 milioni di 2 anni fa ai 27 milioni di oggi.
Sono cifre enormi, che cadono nel silenzio dell'opinione pubblica, distratta dalla guerra in Afghanistan e dalle esigenze della coalizione internazionale contro il terrorismo che comprende la Cina.
Anche nel mondo arabo non si scherza contro la libertà nel Web: nella filo-occidentale Arabia Saudita, da quando nel 1999 fu introdotta Internet, il Web fu messo subito sotto controllo grazie a un software realizzato da società nordamericane(sic!). Il software, denominato SmartFilter, inibisce l'accesso a siti porno, a quelli di scommesse, a quelli giudicati lesivi dell'Islam e ad altri ancora.
Nel mondo cosidetto "libero" e occidentale, le cose non vanno molto meglio: da 2 anni America on Line ha istituto il Community Action Team, che ha cominciato a cancellare dai gruppi di discussione tutti i messaggi considerati non adatti, blasfemi o semplicemente non graditi. America on Line , la grande Aol, è accusata dai gruppi americani per la difesa dei diritti civili di volersi arrogare il diritto di stabilire tono e contenuto del dialogo in Rete. Il fenomeno è preoccupante, se si pensa che Aol ha 15 milioni di abbonati, il 43 % del mercato statunitense di Internet.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
|