Il Ministro Franco Frattini, che ha la delega dal capo del governo per seguire i servizi segreti, ha inaugurato il sito dei servizi segreti italiani. Con la presenza di un'istituzione da sempre nascosta nell'ombra, l'Italia si allinea a Paesi come gli Usa, che da anni hanno i propri servizi segreti sul Web. Trasparenza o solo fumo negli occhi?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 09-05-2002]
Il Ministro Franco Frattini, che ha delega dal capo del governo (da cui dipendono i servizi segreti), ha inaugurato il sito dei servizi segreti italiani. Finora sul Web tali servizi avevano solo una misera e insignificante homepage senza alcun contenuto, gestita dal servizio civile di controspionaggio per l'interno, il Sisde, che si affianca al Sismi, il servizio di spionaggio militare che opera all'estero. I due servizi sono coordinati da un organismo, il Cesis, che oggi ha al suo vertice Fernando Masone (quando Masone è stato Capo della Polizia ha dato grande impulso all'informatizzazione della pubblica sicurezza).
Con questo nuovo sito, ben fatto sotto il profilo estetico e della navigabilità, l'Italia si allinea ad altri Paesi occidentali che, in nome della trasparenza, avevano siti ben fatti e ricchi di informazione. Il nuovo sito fa parte di un'attività di rilancio dell'attività dei servizi segreti, decisa dopo la crisi dell'11 settembre, per fronteggiare i pericoli del terrorismo che prevede più soldi e, soprattutto, maggiori poteri per i servizi segreti. I maggiori poteri, che non si spingono fino alla famosa "licenza di uccidere" di James Bond, sarebbero l'immunità per gli agenti dei servizi di violare le leggi, nell'esercizio delle loro funzioni, e maggiori poteri di intercettazione telefonica e informatica che il Governo ha chiesto al Parlamento di attribuire ai servizi con un apposita legge, che sarà discussa nei prossimi mesi.
Sui poteri richiesti in fatto di intercettazioni non entro, mi limito a rimandare il lettore alla relazione del prof. Stefano Rodotà, Garante della Privacy, in cui i rischi legati all'attuale prassi dei gestori telefonici italiani di conservare i dati delle conversazioni telefoniche fisse e mobili e degli Sms, sono esposti lucidamente e impietosamente.
Nessuno è così ingenuo da credere che dal sito avrebbe appreso chissà quali segreti ma, certamente, nei cenni storici sui servizi segreti italiani qualche accenno alle ombre della storia recente e meno recente sarebbe stato opportuno. Inoltre non è nemmeno presente la relazione annuale (pubblica perché svolta davanti alle Camere) sul funzionamento dei servizi segreti che, per esempio, aveva messo in luce il rischio di attentati ai danni di collaboratori del Ministero del Lavoro e che è stata disattesa togliendo la scorta al prof. Marco Biagi. Non si dice niente sul costo complessivo di questi apparati di sicurezza: eppure, oggi, tutti gli italiani hanno appreso che il primo ministro francese Jospin, prima di lasciare la guida del governo, ha versato alla Banca di Francia i 26 milioni di euro di fondi a disposizioni per operazioni riservate.
Non so se il sito riuscirà nella sua funzione di reclutare giovani laureati e laureandi in materie economiche, linguistiche e tecniche; per quanto riguarda la maggiore trasparenza, possibile anche nel rispetto della doverosa riservatezza, il sito è oggettivamente ben lontano da quanto auspicabile.
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