Mentana sostiene che se Mediaset comprerà La7 lui si dimetterà. Ma per che fare? Per andare a servire un altro padrone.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 16-09-2012]
Berlusconi ama molto la libertà, soprattutto la sua, e questa libertà coincide con il possesso del monopolio della informazione, ottenuto dal comparaggio politico con Craxi, dalla latitanza della sinistra sul "conflitto di interesse", libertà che può diventare onnipotenza comprando La7, anche solo per toglierla come concorrente dal mercato.
La7 dove si sono rifugiati tutti gli epurati da RAI e Mediaset per sua esplicita volontà dittatoriale.
La democrazia per Berlusconi funziona così: chi si oppone alla mia linea editoriale, si chiami Montanelli, Biagi o Santoro, va oscurato, licenziato, pensionato, dimostrando che la tanto celebrata libertà di stampa non esiste, ma è solo la libertà del padrone.
Gli unici ad indicare quale è la sola, concreta, via d’uscita dalla dittatura mediatica l’hanno indicata e praticata i giornalisti de “il Fatto Quotidiano” e Michele Santoro con il suo “Servizio Pubblico”, che hanno conquistato la loro dignità e autonomia sul rivoluzionario terreno della AUTOGESTIONE che, se generalizzato, annienterebbe per sempre il potere del capitale sulla informazione.
Appare oggi squallida e umanamente intollerabile la vita dei giornalisti sottoposti non già alla deontologia professionale, ma a distorcere le notizie e adattarle alla “linea editoriale” imposta dal proprietario della testata o dal suo direttore tirapiedi.
Ciò è vero, con alcune sfumature, anche per giornali come Repubblica e il Corriere della Sera, sfacciatamente nei giornali di partito come l’Unità, in modo osceno nei telegiornali di RAI e Mediaset.
Il 90% delle informazioni che girano è fornito da persone la cui libertà di espressione non esiste, persone che si autocensurano per adattarsi ai desiderata della proprietà, da cui pende sempre la spada che li può oscurare o licenziare.
Mentana sostiene che se Mediaset comprerà La7 lui si dimetterà. Ma per che fare? Per andare a servire un altro padrone.
Ci piacerebbe udire da “mitraglietta” propositi seri da condividere con i giornalisti e gli artisti della sua testata, per un sussulto definitivo di dignità, facilitato dal fatto che soldi e notorietà già ce l’hanno, e prendere finalmente il destino sulle proprie spalle, e buttarsi sul terreno dell’autogestione, partendo magari dalle TV locali a cui vendere il proprio prodotto artistico e informativo.
Il plusvalore umano che deriva dal diventare protagonisti del proprio destino e della piena libertà di espressione personale è immenso, epocale, e indicherebbe la giusta strada a tutte le attività umane, che potrebbero proficuamente indirizzarsi verso l’autogestione di tipo cooperativo in tutte le sfere della produzione di beni e servizi.
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