Annullato il referendum nei call center di Telecom Italia

I dipendenti non verranno chiamati alle urne per esprimersi sul controllo a distanza da parte dell'azienda.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 15-12-2014]

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Fistel-Cisl e Uilcom-Uil, i sindacati di categoria delle Telco, avevano indetto per il 17 e il 18 dicembre un referendum per gli 11.000 dipendenti della divisione Caring Services di Telecom Italia.

I dipendenti della divisione che raggruppa i call center 187, 119, 191 e 1254 erano chiamati alle urne per approvare l'accordo con l'azienda che garantiva la permanenza dei call center all'interno di Telecom Italia almeno fino al 2017 e il controllo a distanza di tutte le conversazioni effettuate dagli operatori di Telecom con gli utenti.

Il sindacato di categoria della Cgil, l'Slc, insieme all'Ugl, allo Snater e ai Cobas, aveva invitato invece i lavoratori a non partecipare al referendum, ritenendo l'accordo gravemente lesivo dei diritti dei lavoratori.

Per la Cgil anche il referendum non era legittimo: infatti lo Statuto dei Lavoratori prevede che un referendum possa essere indetto solo con l'accordo di tutte le rappresentanze sindacali.

Un accordo per essere valido deve essere approvato dal 50% +1 dei componenti delle rappresentanze sindacali e in questo caso la maggioranza era invece di Cgil, Ugl, Cobas e Snater, che non approvavano l'accordo.

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Telecom Italia ha già fatto svolgere nei giorni scorsi numerosi incontri - in orario di lavoro - da parte dei responsabili aziendali per presentare l'accordo stesso sul controllo a distanza e convincere i lavoratori, come è previsto nell'accordo, che lo strumento non sarebbe stato usato da Telecom per prendere provvedimenti disciplinari.

Sabato 13 dicembre Fistel-Cisl e Uilcom-Uil hanno comunicato l'annullamento del referendum, che non si terrà più nei giorni previsti: in alternativa ci sarà un confronto ulteriore con Telecom Italia, per approfondire e chiarire alcuni punti.

Il giorno precedente c'è stato lo sciopero generale che in Telecom Italia ha visto una partecipazione molto elevata, anche nella divisione Caring Services, facendo capire che il referendum poteva rivelarsi ampiamente come un insuccesso in quanto a partecipazione e quindi un'ennesima conferma della linea della Cgil.

Si vedrà nella nuova trattativa se Telecom Italia è disposta ad ammorbidire ulteriormente le proprie posizioni, permettendo anche alla Cgil di sottoscrivere l'accordo.

La soluzione potrebbe essere un periodo transitorio di sperimentazione che non coinvolga da subito tutti i call center ma solo alcune realtà pilota.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pier Luigi Tolardo

Commenti all'articolo (ultimi 5 di 10)

Eh, questo è il libero mercato all'itagliana (storpiatura voluta tanto per stare in tema di storpiature). Anch'io, purtroppo, sovente penso che si stava meglio quando si stava peggio... :cry: Leggi tutto
20-12-2014 15:10

{XXX}
12MILA NON 11MILA DIPENDENTI. INOLTRE: LA MAGGIORANZA 50 per cento+1 DELLE RAPPRESENTANZE NON ERA DI CGIL-SNATER-UGL-COBAS MA DI CISL+UIL SOLO CHE NON ERANO PRESENTI IN SEDE E ALCUNI SI SONO RESI IRREPERIBILI.....
17-12-2014 10:59

{Giulio}
Signori cari, mi sembra ci siano alcune contraddizioni nel ragionamento. Mi sembra assurdo che si subiscano cazziatoni generici, dove tutti sanno chi e' il destinatario, perche l'azienda ha a sue mani il dato del singolo ma non puo dirlo e utilizzarlo. E cosi, anziche provvedere a capire i motivi di una "performance"... Leggi tutto
16-12-2014 15:43

Io lavorai quasi 15 anni fa in un call center di Wind/Infostrada, e la regola era proprio questa, vendere, e non per niente non c'era nessun fisso mensile. Tiratevene fuori se potete! :roll: E boicottiamoli! Leggi tutto
16-12-2014 11:26

Il prossimo step sarà quello di minacciare di portare i call center in Ucraina, Telecom non è tanto diversa da quello che si vede sul mercato, però si tiene stretta il canone e le dorsali pagate con i soldi pubblici. Come si dice: "viva il libero mercato" però io sono un nostalgico e rivorrei la SIP.
16-12-2014 08:09

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