Il film satirico su Kim Jong-un è un successo, ma l'azienda ora rischia di finire in tribunale.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 31-12-2014]
Di The Interview, la commedia sul dittatore nordcoreano Kim Jong-un, si potrà dire qualunque cosa ma non che non sia riuscito ad attirare l'attenzione del mondo.
Il modo "irrispettoso" in cui è dipinto il leader coreano ha scatenato polemiche sin da quando le prime informazioni sul film sono diventate di dominio pubblico, e si pensa che dietro ai recenti attacchi hacker subiti da Sony (l'azienda che ha prodotto la pellicola) ci sia proprio una rappresaglia nordcoreana.
La situazione è sembrata passare da farsa a tragedia quando alcuni hacker hanno minacciato di portare attacchi terroristici nei cinema qualora The Interview fosse arrivato nelle sale, e Sony si era tanto spaventata da decidere di ritirare il film.
Poi, però, l'azienda ha cambiato idea e la commedia, forte anche dell'anomala pubblicità ricevuta, si sta rivelando un accettabile successo al botteghino (compatibilmente col fatto che è presente in appena 300 sale) e un successo ancora più grande sia nei circuiti di distribuzione online sia nei meno ufficiali circuiti pirata.
La pellicola è infatti visibile da Natale nelle sale indipendenti americane (i grandi circuiti l'hanno rifiutato), nelle quali ha complessivamente incassato sinora appena 3 milioni di dollari; la previsione originaria, calcolata tenendo presente una distribuzione in 3.000 sale, era di incassare 20 milioni di dollari.
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The Interview si può però vedere anche tramite YouTube, Google Play Movies, Xbox Video e su un sito appositamente creato, ovviamente sempre a pagamento: su queste piattaforme ha incassato, soltanto tra il 25 e il 27 dicembre, oltre 15 milioni di dollari. Dal 28 dicembre, poi, anche iTunes è entrato in partita.
Infine c'è la questione pirateria che, pur testimoniando l'interesse sorto nei confronti del film, non porta denaro nelle casse dei produttori: si stima che in appena due giorni The Interview sia stato scaricato (per vie non ufficiali) ben 1,5 milioni di volte, con poca gioia - ovviamente - da parte di Sony.
È curioso che, mentre Sony si preoccupa per la pirateria, essa stessa è stata accusata di aver usato proprio in quel film un brano senza averne pagato i relativi diritti.
Il brano in questione è Pay Day, di Yoon Mi-rae; pare che Sony fosse in trattative con la cantante per includere il brano in The Interview e che, pur non avendo raggiunto l'accordo, abbia deciso di inserirlo ugualmente.
«Ci sono state delle discussioni iniziali per usare "Pay Day" nel film ma, a un certo punto, le discussioni si sono interrotte e abbiamo ritenuto che la cosa fosse finita lì» ha dichiarato l'etichetta Feel Ghood Music, che rappresenta la cantante.
L'etichetta ha annunciato battaglia legale contro Sony ma, considerato il successo della pellicola, è probabile che le parti trovino un accordo soddisfacente per entrambe, specie considerando che Yoon Mi-rae sarebbe rimasta pressoché sconosciuta se l'incidente non fosse avvenuto.
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