Alice è la ''scarpa sostenibile'' che unisce tecnologia moderna e materiali naturali.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-05-2016]
A livello mondiale, i numeri dell'industria calzaturiera sono impressionanti: ogni anno si producono oltre 20 miliardi di paia di scarpe.
Più impressionante ancora è il destino del 95% di esse: circa 19 miliardi di paia finiscono infatti in discarica, senza essere riciclate.
La designer belga Kristel Peters ha visto l'insostenibilità di questo sistema e, unendo tecnologie moderne e materiali naturali, ha creato Alice, una scarpa a suo modo rivoluzionaria.
Alice è innanzitutto progettata per essere modulare: è nata per poter essere separata nei suoi componenti, cosicché ognuno di essi possa venir facilmente sostituito nel caso in cui si rompa.
Si compone di due parti. La base (completa di suola, tacco e via di seguito) è composta da parti prodotte con una stampante 3D: in questo modo non soltanto si elimina la necessità di usare materiali non riciclabili ma si azzera il bisogno di un magazzino, poiché la scarpa può essere stampata su richiesta.
Quando poi serve una riparazione, o la sostituzione di una porzione consumata, è sufficiente stampare sul momento il pezzo necessario. Il risultato è che si impiegano meno materiali e si producono meno rifiuti.
L'altra parte di Alice, la tomaia, non è prodotta, ma "cresciuta". L'intento di ridurre al minimo i rifiuti ha portato Kristel Peters a scartare cuoio, plastica, pelle e tessuti e a puntare sul micelio dei funghi.
«Il micelio è un materiale naturale, in grado di assemblarsi da solo, capace di trasformare i rifiuti in un polimero forte cui poi si può dare una forma con uno stampo» spiega la designer. «Mi ha sorpresa il modo in cui si può facilmente modellare questo materiale: è proprio come la pelle, anche se manca della resistenza di questa».
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L'uso del micelio per realizzare oggetti non è una novità assoluta: in passato abbiamo visto una lampada realizzata in questo modo e addirittura una torre costruita con bio-mattoni derivati dai funghi.
La speranza di Kristel Peters è però che Alice non sia semplicemente un ulteriore oggetto di design che fa mostra di sé in qualche museo ma il primo esemplare di una nuova concezione della produzione e del rapporto con gli oggetti: «La scarpa deve essere vista come un servizio, non come un prodotto» sostiene.
«Come designer, abbiamo la responsabilità di mostrare al mondo l'esistenza di questi nuovi materiali affinché siano usati in modi attraenti per convicere tutti a cambiare direzione e procedere verso il consumo sostenibile» conclude la designer.
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