[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-08-2025]
A partire dal 2026, Google introdurrà una nuova politica che richiede agli sviluppatori di app Android di verificare la propria identità, sia che vogliano pubblicare applicazioni sul Play Store sia che vogliano renderle disponibili attraverso canali alternativi. In pratica ciò rischia di avere una pesante ripercussione soprattutto sul sideloading, ovvero l'installazione di app al di fuori dello store ufficiale.
Gli sviluppatori dovranno fornire informazioni personali comprovate tramite un documento d'identità ufficiale; nei casi in cui ciò si applica, dovranno produrre dettagli sulla propria organizzazione, come certificati di registrazione aziendale. Secondo Google l'obiettivo è ridurre la presenza di app dannose o fraudolente, come quelle che contengono malware o spyware. Nel 2024 Google ha bloccato 2,36 milioni di app dal Play Store per violazioni delle policy, dimostrando un impegno costante in questa direzione. Tuttavia la novità più controversa è l'estensione di questa verifica agli sviluppatori che distribuiscono app al di fuori del Play Store - come tramite GitHub, F-Droid o altri repository di terze parti - qualora vogliano farle funzionare su sistemi Android certificati (ossia quelli che eseguono i Google Play Services).
Attualmente gli sviluppatori che distribuiscono app tramite canali alternativi non sono tenuti a fornire informazioni personali a Google. Ciò ha permesso a molti di mantenere un certo grado di anonimato, inclusi piccoli sviluppatori indipendenti o progetti open-source. Tuttavia a partire dal 2027 Google intende implementare un sistema che potrebbe impedire il sideloading di app da parte di sviluppatori non verificati. Le prime reazioni online vedono la mossa come una minaccia alla libertà dell'ecosistema Android, poiché potrebbe limitare la possibilità di installare app non approvate da Google, riducendo la scelta degli utenti.
La verifica dell'identità si basa sull'utilizzo del Google Play Integrity API, un sistema che consente di controllare l'autenticità delle app e dei dispositivi, uno strumento già usato per garantire che le app siano installate su dispositivi Android ufficiali e non compromessi. L'obbligo di identificazione potrebbe scoraggiare sviluppatori indipendenti, specialmente quelli che operano in contesti in cui la privacy è una priorità, come gli sviluppatori di portafogli Bitcoin non custoditi. Questa politica potrebbe rendere impossibile per piccoli sviluppatori di wallet crittografici rispettare i requisiti di licenza, limitando la concorrenza e la privacy degli utenti.
La nuova politica potrebbe anche influenzare l'ecosistema open-source, dove piattaforme come F-Droid attualmente permettono agli utenti di accedere a software senza restrizioni. L'introduzione di un sistema di verifica obbligatorio potrebbe spingere gli utenti verso il Play Store, riducendo l'attrattiva di alternative indipendenti. Dal punto di vista tecnico, il processo di verifica richiede agli sviluppatori di inviare documenti tramite la Play Console, con un periodo di transizione fino al 2027 per adeguarsi. Google ha dichiarato che i dati raccolti saranno utilizzati esclusivamente per garantire la sicurezza e non saranno condivisi con terze parti, ma ciò non ha placato le critiche.
Le implicazioni di questa politica si estendono oltre la sicurezza. Da un lato, Google sostiene che la verifica ridurrà i rischi per gli utenti, proteggendoli da app malevole; dall'altro, la comunità Android teme che ciò possa trasformare Android in un ecosistema più chiuso, simile a quello di Apple. La possibilità di sideloading è sempre stata un punto di forza di Android, distinguendolo dall'approccio più rigido di iOS. Limitare questa libertà potrebbe alienare una parte della base utenti, in particolare gli appassionati di tecnologia e gli sviluppatori indipendenti, i quali però si trovano in condizione non avere una piattaforma libera e diffusa verso la quale migrare.
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Homer S.