Le proteste degli utenti hanno convinto l'azienda a tornare sui propri passi.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-10-2025]
Dopo mesi di critiche da parte della community e un calo significativo delle vendite, Synology ha deciso di fare marcia indietro su una delle politiche più contestate del 2025: l'obbligo di utilizzare solo dischi rigidi "certificati" nei propri sistemi NAS. Con il rilascio del sistema operativo DiskStation Manager (DSM) 7.3, l'azienda taiwanese ha reintrodotto il supporto ufficiale per unità di terze parti, almeno per i modelli Plus, Value e J-series lanciati quest'anno.
La decisione arriva dopo che Synology aveva esteso il proprio programma di certificazione anche ai modelli di fascia media, limitando la compatibilità ai soli dischi marchiati Synology. Basati su modelli OEM di Seagate o Western Digital, questi dischi venivano venduti a prezzi significativamente più alti rispetto alle controparti non brandizzate: un HAT5310 da 8 TByte costava circa 299 dollari, contro i 220 di un Seagate Exos equivalente.
La giustificazione ufficiale di Synology era legata alla maggiore affidabilità e integrazione garantita dai dischi certificati; ma molti utenti hanno interpretato la mossa come una strategia commerciale per aumentare i margini, a scapito della flessibilità e della trasparenza. La reazione è stata immediata: forum, blog e testate specializzate hanno criticato duramente la scelta e le vendite dei NAS Synology hanno subito un rallentamento visibile.
Con DSM 7.3 Synology ha reintrodotto la possibilità di creare pool di archiviazione anche con dischi non validati, senza necessità di modifiche firmware o "trucchi". La nota ufficiale che annuncia la retromarcia è apparsa in modo piuttosto discreto nei changelog, ma rappresenta un cambiamento sostanziale per gli utenti che desiderano configurare sistemi NAS personalizzati senza vincoli artificiali.
L'azienda ha precisato che il programma di certificazione non è stato abbandonato: continuerà a collaborare con i produttori per validare nuovi modelli, offrendo ai clienti un'opzione "premium" per chi desideri massima integrazione. Almeno la libertà di scelta è stata ripristinata e ciò potrebbe contribuire a ricostruire la fiducia di una parte della base utenti.
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