Dagli attentati alle Torri Gemelle in avanti, le misure di sicurezza negli aeroporti sono andate aumentando. Ma quelle basate sul riconoscimento dei dati biometrici non si sono dimostrate così efficaci.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 05-12-2008]
L'11 settembre fu la scusa per introdurre via via maggiori misure di sicurezza. Ai paladini della privacy il rilevamento biometrico, che altri consideravano una risorsa efficace, non andava giù. I passaporti biometrici generavano troppi falsi positivi, e la paura era ancora alta e causava falsi allarmi.
L'Europa pensò di raccogliere i dati di tutti i passeggeri mentre gli Usa anche quelli dei loro familiari. Londra voleva raccogliere le impronte digitali al check-in, nonché fare in automatico una scansione del volto, mentre Berlino condivideva il database del Dna con gli Usa.
Gli Stati Uniti iniziarono a sequestrare qualunque cosa sospetta, compresa l'attrezzatura di Kevin Mitnick, senza parlare dei guai passati da gruppi musicali dal nome equivoco e da chi indossava pericolosissimi piercing ai capezzoli; una compagnia canadese proponeva braccialetti elettrici per tutti i passeggeri. Ultime novità sono il riconoscimento dello scheletro e lo scanner che spia sotto i vestiti, voluto dalla Commissione Europea e bloccato dal Parlamento, in attesa di una versione meno invadente.
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