L'azienda cerca di smarcarsi dal download peer to peer.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 29-06-2016]
Si chiama BitTorrent Now l'evoluzione del servizio BitTorrent Bundle, lanciato quattro anni fa per trasformare il software più usato dai pirati digitali in un servizio di distribuzione di musica.
BitTorrent Bundle inizialmente permetteva di scaricare musica gratis a patto di installare un altro software o di consegnare il proprio indirizzo email. Poi è stata introdotta una nuova modalità: alcuni brani restavano gratuiti, mentre altri erano protetti da un paywall.
Ora BitTorrent Now, già disponibile sotto forma di app per Android e presto anche per iOS e Apple TV, porta ulteriormente avanti la trasformazione in servizio di streaming musicale da utilizzare direttamente dallo smartphone o dal tablet.
Grazie all'app è possibile ascoltare immediatamente i propri brani preferiti, senza dover effettuare preventivamente il download, e gratuitamente, a patto di sopportare un po' di pubblicità: è quest'ultima, infatti, a compensare gli artisti che mettono a disposizione la propria musica.
Nella pratica, ciò significa che prima dell'inizio del brano o del video ci sarà un piccolo spot pubblicitario, un po' come fa YouTube.
Per chi non sopporta la pubblicità c'è sempre la possibilità di pagare il servizio e godersi così la musica senza interruzioni.
Oltre a consentire l'ascolto dei brani scelti, l'app suggerisce anche i contenuti più popolari sul servizio e indica le novità; consente inoltre di crearsi una propria lista di brani preferiti e di renderli disponibili per l'ascolto offline.
Per quanto riguarda gli artisti, BitTorrent li compensa con il 70% delle entrate derivate dagli spot pubblicitari o con il 90% di quelle generate dagli utenti paganti. I musicisti possono anche scegliere di rendere disponibile gratuitamente il proprio lavoro.
BitTorrent Now, almeno per i primi mesi, non utilizzerà la famosa tecnologia peer to peer di BitTorrent, ma una più tradizionale modalità client/server.
Ciò avviene - ha spiegato l'azienda - perché si è preferito affrettare il lancio del servizio appoggiandosi a una tecnologia consolidata, ma in futuro verrà effettuato il passaggio a un'infrastruttura peer to peer basata sul protocollo BitTorrent in cui gli utenti-ascoltatori saranno anche "trasmettitori" dei contenuti in streaming.
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