Per alcune ore il sito è scomparso da Internet e anche dai risultati del maggiore motore di ricerca. L'ipotesi italiana di un nuovo oscuramento si fa più remota.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 05-10-2009]
Le vicende di The Pirate Bay, invece di chiarirsi, si complicano sempre di più con il passare del tempo. L'ultima novità è una temporanea sparizione del sito non solo da Internet, ma anche dai risultati di Google.
Al di là delle tormentate questioni relative all'acquisizione - che, nonostante ufficialmente prosegue seppure a rilento, sembra ormai definitivamente lontana - i problemi della Baia dei Pirati vengono dalla giustizia, che già alla fine di agosto ne aveva imposto la chiusura.
I Pirati erano tornati online con un nuovo provider ma presto erano stati costretti a cercarsi una nuova casa: ora pare che l'abbiano trovata lontano dalla Svezia, in Ucraina, ma il trasloco non è stato indolore.
La faccenda si è tuttavia complicata ulteriormente poiché, all'incirca nello stesso periodo, The Pirate Bay è sparita anche da Google: per due ore tra i risultati non appariva alcun link diretto al sito.
Cercando The Pirate Bay appariva soltanto una scritta che informava sulla rimozione dei link: ciò era avvenuto a seguito di una lamentela elevata secondo il Digital Millennium Copyright Act da parte della Evasive Angels, un'azienda che si occupa della produzione di pornografia e che aveva ravvisato una violazione del proprio diritto d'autore.
Poi, però, Google ha rilasciato una nuova spiegazione che attribuisce la colpa ad alcuni errori tecnici ai quali, ora sarebbe stato posto rimedio: in effetti la Baia è tornata ad apparire tra i risultati.
Mentre Peter Sunde accusa Google - via Twitter - di aver attentato alla libertà di espressione, la sensazione è che la storia di The Pirate Bay sia tutt'altro che conclusa, nonostante secondo qualcuno l'accesso dall'Italia possa venire meno in un prossimo futuro.
Si tratta però di una possibilità decisamente remota secondo l'avvocato Giuseppe Campanelli, uno dei difensori del sito: "Per ora non è a rischio la possibilità per gli utenti di collegarsi a Pirate Bay. Il procedimento in corso a Bergamo è ancora lungo" ha dichiarato quando la Cassazione ha annunciato l'annullamento del dissequestro.
Francesco Paolo Micozzi, un altro dei difensori, ha poi aggiunto: "L'effetto pratico è un semplice ping pong procedurale: il Tribunale del riesame dovrà tornare a valutare la questione, noi abbiamo almeno una decina di argomentazioni a favore dell'annullamento del sequestro, e qualunque sia il risultato chi perde avrà nuovamente il diritto di fare appello".
L'esultanza di Francesco Mazza, presidente della Fimi, che già prospettava un nuovo blocco del sito sarebbe dunque non solo prematura, ma del tutto immotivata.
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