I portavoce del cantante sostengono di apprezzare la satira, ma secondo loro su Nonciclopedia c'era solo diffamazione.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-10-2011]
La chiusura di protesta decisa da Nonciclopedia in seguito alla denuncia per diffamazione presentata da Vasco Rossi ha scatenato la reazione di pressoché tutto il web italiano.
Le voci che si sono levate in difesa del sito hanno provocato un nuovo intervento da parte del cantante o, meglio, dalla sua portavoce, Tania Sachs, la quale ha confermato che la querela risale al 2010 ed è motivata dal fatto che Nonciclopedia «degli insulti contro Vasco Rossi aveva fatto la sua bandiera. Insulti quotidiani e gratuiti, insulti a tempo perso e senza alcun motivo».
A quel punto la magistratura ha preso in carico la vicenda, l'ha analizzata a e ora ha riscontrato l'esistenza degli elementi di reato; secondo la Sachs, «gli amministratori di quel sito hanno deciso autonomamente di chiudere il sito perché si sono evidentemente accorti di essere nel torto».
In realtà già nel primo messaggio lasciato su Nonciclopedia dopo la chiusura gli amministratori spiegavano che la mossa era stata decisa in attesa di un probabile processo - non in atto, solo probabile - dato che, pur essendosi offerti di rimuovere le pagine incriminate, non avevano ricevuto risposta dagli avvocati di Vasco Rossi.
La portavoce ha glissato sulla mancanza di risposta e si è limitata a sottolineare che «Vasco non ha mai chiesto la chiusura del sito, ha molto semplicemente chiesto al suo avvocato di difenderlo in sede giudiziaria dalla diffamazione, persistente», cosa in sé vera ma che già si poteva dare per evidente.
«Difendersi dagli insulti che piovono in maniera gratuita e non si sa per quale motivo, non è solo lecito, È DOVEROSO: libertà di stampa non è libertà di offendere» prosegue poi il comunicato scritto dalla portavoce del cantante.
Ad aggiungere qualche elemento ha pensato un comunicato più recente, in cui si ribadisce la presenza di contenuto diffamatorio sul sito (come peraltro riconosciuto anche dal magistrato) ma si sposta anche l'attenzione su un altro punto: l'anonimato degli utenti.
«Abbiamo chiesto ad anonimi gestori di un sito (secondo noi con contenuto diffamatorio) di rendere non anonimi i gestori e gli inserzionisti. La richiesta è stata considerata non ricevibile, la risposta è che il sito non può essere considerato responsabile dei contenuti anonimi diffusi. Questo resta per noi un problema da chiarire, anonimi possono diffondere considerazioni del tipo: "V. Rossi è un vecchio bavoso tossicomane che vende cocaina davanti alle scuole e deve la sua fama alla credulità di milioni di rimbambiti fatti e strafatti quanto e più di lui...!"».
«Il contenuto di Nonciclopedia nelle parti segnalate da noi ai gestori non ha nulla a che fare con la satira» prosegue il nuovo comunicato, con il quale gli estensori (non più Tania Sachs) ricordano di apprezzare l'ironia quando non è offensiva (ed è firmata): «Esistono per fortuna una discreta quantità di parodie e altro su Vasco create e diffuse, state pur certi anche per il nostro divertimento, senza nessun contrasto in quanto arte sottoscritta da autori e interpreti con nome e cognome come la "vittima" della stessa».
Anche Nonciclopedia, dal canto proprio, ha ritenuto necessario pubblicare un aggiornamento della vicenda, precisando tra l'altro il fatto che «la protesta si è resa necessaria nel momento in cui venendo incontro alle richieste dell'avvocato di Vasco Rossi di rimuovere la pagina dedicata al "rocker", la denuncia a carico di "ignoti" non è affatto caduta» e che «Nonciclopedia è una comunità eterogenea costituita per la maggior parte da adolescenti. Ragazzi che credono ancora nel mito dell'eroe buono, del vip in grado di comprenderli e guidarli sulla retta via senza bisogno di usare il bastone».
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