Sui due giganti del sistema solare, piogge di diamanti produrrebbero mille tonnellate dei preziosi minerali ogni anno.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 15-10-2013]
A quanto pare, i diamanti non sono poi così rari, per lo meno nello spazio.
Non solo potrebbe esistere un pianeta costituito per un terzo da diamanti ma, molto più vicino a noi, i pianeti del sistema solare potrebbero essere produttori instancabili di questo materiale.
Già da tempo si ipotizza che diamanti in quantità possano essere presenti su Nettuno e Urano; ora, però, alcuni scienziati credono che sui più vicini Giove e Saturno possa avvenire una vera e propria "pioggia di diamanti".
Alcuni ricercatori della NASA hanno ipotizzati che i grandi temporali osservati dalla sonda Cassini su Giove e Saturno possano portare alla formazione del carbonio a partire dalle molecole di metano, che verrebbero "spezzate" dai fulmini.
Il carbonio inizierebbe quindi a sprofondare, subendo l'effetto di una pressione sempre crescente tanto da trasformarsi in grafiti e, quindi, in diamanti.
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Si tratterebbe di un processo in grado di «creare un migliaio di tonnellate di diamanti ogni anno» come ha spiegato Kevin Banes, dell'Università del Winsconsin-Madison.
I diamanti, però, non resisterebbero a lungo: continuando nella loro discesa verrebbero sottoposti a pressioni e temperature sempre maggiori, superiori agli 8.000 gradi Kelvin, che li trasformerebbero in carbonio liquido. Su Urano e Nettuno, invece, tali condizioni non verrebbero mai raggiunte.
«Al di sotto di quello strato, dove i diamanti si sciolgono, l'atmosfera diventa così ostile, con la presenza di idrogeno atomico e ionizzato, che è probabile che il diamante fuso venga trasformato in altri materiali» spiega ancora Banes.
Non tutti sono però d'accordo con questa teoria. Per esempio William Hubbard, dell'Università dell'Arizona, ritiene che le condizioni su Saturno non permettano di produrre diamanti: «Il carbonio formatosi per pirolisi potrebbe anche formare una soluzione con l'idrogeno, e non precipitare in diamanti».
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