Il gruppo britannico non monitora Bit Torrent e non tiene gli show dove i pirati sono più numerosi. Ma l'idea aveva entusiasmato il web.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 30-12-2013]
La notizia s'era sparsa rapidamente nel web: sembrava che gli Iron Maiden, anziché scagliarsi contro chi copia illegalmente i loro brani, utilizzassero i dati sulla pirateria per decidere i luoghi in cui tenere i concerti.
La rivelazione arrivava dal sito CiteWorld e l'idea, in sé, aveva una certa logica: da tempo svariate ricerche sostengono che i pirati sono anche i migliori clienti dell'industria musicale (e cinematografica, se è per quello); pare quindi plausibile che un gruppo possa decidere di tenere i concerti laddove i brani vengono maggiormente piratati. L'articolo continua qui sotto.
«Gli artisti possono dire "Qui ci stanno piratando, facciamo qualcosa" oppure "Qui siamo popolari, facciamo uno show"» aveva dichiarato Gregory Mead, CEO di Musicmetric, intervistato per l'occasione, aggiungendo poi: «Gli Iron Maiden hanno avuto un certo successo nel trasformare il file sharing gratuito in fan paganti», avallando in tal modo l'ipotesi.
Immediatamente, dalla Rete s'è levato un plauso verso gli Iron Maiden, diventati rapidamente un simbolo positivo da contrapporre alle attività delle major e delle associazioni antipirateria, ancora più importante in un anno che ha visto la chiusura di diversi servizi di file sharing e l'adozione in tutto il mondo di misure per contrastare la copia illegale. Sfortunatamente, però, non era vero niente (per i dettagli si veda l'articolo successivo).
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Iron Maiden, Musicmetric smentisce tutto
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