F.M.d.A. è un ex alto ufficiale della Guardia di Finanza che, dopo aver operato con successo a supporto del pool di Mani Pulite a Milano, è diventato capo dell'Audit, il servizio interno di controllo di Telecom Italia. In passato è stato anche presidente della Sogei.

D'A. ha recentemente ha subìto una lunga e accurata perquisizione della propria abitazione privata da parte di quattro ex colleghi delle Fiamme Gialle.

Questo è avvenuto durante la prima fase dell'inchiesta sulle tangenti relative al Mose di Venezia che ha implicato anche ufficiali della Guardia di Finanza e politici, come l'ex presidente del Veneto Giancarlo Galan.

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Durante la perquisizione a D'A. sono stati sequestrati anche i Pc personali e della famiglia. Il capo dell'Audit di Telecom, però, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è nemmeno indagato per le tangenti del Mose e non lo è mai stato.

Nessuno degli indagati lo ha tirato in causa con accuse di correità e, d'altra parte, non ha mai avuto incarichi politici e manageriali che potevano vederlo protagonista della vicenda di politica sporca del Mose.

Insomma d'A. non c'entra niente, se non per il fatto di aver rapporti stretti di amicizia e di conoscenza con il generale Aurelio Speziale della GdF, che invece è seriamente indagato, e che forse potrebbe avergli fatto delle confidenze sul caso, ora forse utili per le indagini.

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I giudici hanno annullato il decreto della perquisizione e del sequestro, ordinando la restituzione immediata anche dei Pc del manager Telecom Italia: "È illegittimo il sequestro a fini esplorativi".

Adesso d'A. non esclude di ricorrere anche alla Corte europea dei diritti dell'uomo per sanzionare e chiedere un risarcimento anche morale di un atto che ha ritenuto un arbitrio ingiustificato.

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