Rightscorp blocca il browser dei pirati e chiede un riscatto

Se vuoi navigare devi pagare.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 20-08-2014]

M rightscorp blocca browser

Rightscorp è una di quelle società incaricate dalle major musicali e cinematografiche di andare a caccia di pirati.

Essa tiene sotto controllo il traffico BitTorrent, scova gli indirizzi IP di chi condivide materiale protetto dal diritto d'autore, contatta gli ISP e impone loro di inviare una notifica all'utente.

Nella notifica c'è scritto che, a causa delle violazioni al copyright, l'utente rischia ora di essere chiamato in giudizio; per evitarlo, è sufficiente che paghi 20 dollari di multa (Rightscorp agisce negli USA); di questa somma, 10 dollari finiranno ai dententori dei diritti.

Finora la società è riuscita a concludere in questo modo 75.000 casi, registrando tuttavia un bilancio non molto positivo; quello del 2013 si è chiuso con un passivo di oltre 1,8 milioni di dollari, e quello del 2014 si prospetta anche peggiore.

Intanto, però, Rightscorp sta attirando sempre più l'attenzione delle varie major e degli artisti da esse rappresentati; per esempio, già adesso gestisce la protezione dell'interno catalogo di BMG, cui si aggiunge un portafoglio di altri vari artisti.

Così, forte del supporto che sta ricevendo, la società si prepara a una nuova mossa: convincere gli ISP a bloccare la navigazione degli utenti che non hanno ancora pagato la famosa multa di 20 dollari.

«Abbiamo cominciato con il chiedere agli ISP di inviare notifiche e di cessare i servizi ai pirati» spiega Robert Steele, COO di Rightscorp, nella trascrizione di una teleconferenza con gli investitori pubblicata da TorrentFreak.

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«Però» - continua Steele - «il punto di arrivo del nostro sistema scalabile di protezione del diritto d'autore non è la cessazione del servizio, ma obbigare gli utenti a pagare per poter tornare a navigare nel web. Ogni ISP è in grado di presentare ai suoi utenti una pagina di redirect. È questo l'obiettivo».

In pratica, nei sogni di Rightscorp, chi riceve una notifica si vede contemporaneamente bloccare la navigazione: aprendo il browser, in luogo della propria home page preferita vedrà una pagina che gli ricorderà che deve pagare se vuole tornare a navigare in Internet.

«È come quando si va in albergo e bisogna inserire il numero della propria stanza per superare il browser e accedere al web» spiega Steele. Dalla multa, insomma, si passa alle "ganasce elettroniche".

Il piano è anche più ingegnoso di quanto possa sembrare a prima vista: i 20 dollari tanto pubblicizzati, infatti, generalmente lievitano molto rapidamente.

Sono segnalati infatti casi di utenti che hanno contattato la società per pagare la multa, salvo vedersi rifilare ulteriori notifiche perché Rightscorp a quel punto conosce nome e indirizzo del pirata e lo prende di mira: «Per molte persone, la pirateria è uno stile di vita, per cui molta gente riceve notifiche multiple. Ogni giorni quindi chiudiamo casi per 300, 400 o 500 dollari a causa di ciò» racconta ancora Steele nella teleconferenza.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (5)

Quoto completamente Zievatron!
24-8-2014 13:42

E' solo un racket di estorsioni. I pirati sono loro. Il primo passo di progresso sarà quando la smetteremo di assecondarli nel chiamare pirati i condivisori. Per quanto la condivisione di qualcosa possa essere messa fuori legge, resta sempre condivisione e non pirateria. :evil:
22-8-2014 13:34

Sono spalleggiati dalle major che negli USA (e anche in Italia) comandano più dei giudici.
21-8-2014 07:59

Finché non trovano qualcuno che può permettersi la difesa e contrattacca a sua volta perché un'azienda privata non ha alcun diritto per fare quello che sta facendo. Mi stupisco che i provider si pieghino così facilmente. :? Ciao
20-8-2014 21:40

In pratica, il ricatto come rimedio alla pirateria multimediale.
20-8-2014 21:08

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