Chiede fino a 300 dollari per ogni violazione, per conto delle major.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-05-2015]
Fino a oggi, Google aveva dimostrato di non essere prona alle richieste delle major.
Certo, ha istituito un sistema che rimuove i link accusati di portare a materiale pirata (prendendo anche qualche cantonata) ma in generale ha sempre cercato di proteggere gli interessi dei propri utenti.
Da quando però è diventata un Internet Service Provider con Google Fiber, le cose sembrano essere cambiate.
TorrentFreak segnala infatti che l'azienda di Mountain View ha iniziato a inoltrare ai propri utenti le "multe" comminate dalle società al soldo delle major ai titolari degli indirizzi IP sospettati di pirateria.
Non si tratta di semplici avvisi, coi quali si informa l'utente che da quel particolare indirizzo è stato scaricato illegalmente materiale protetto dal diritto d'autore.
Sono invece email dal tono accusatorio, che accusando il destinatario di essere un pirata invitano a sistemare la questione con una specie di patteggiamento, pagando una cifra compresa tra i 20 e i 300 dollari.
A scrivere queste email sono società come Rightscorp, nota da tempo per essere una sorta di braccio armato dei detentori del copyright e certamente non nuova a queste azioni intimidatorie.
Il tutto avviene al di fuori delle normali pratiche giudiziarie e senza nemmeno avere la prova certa che il destinatario delle missive sia effettivamente l'autore dell'atto di pirateria contestatogli; per questo motivo molti ISP si rifiutano di inoltrare le email, ma Google a quanto pare ha invece deciso di obbedire.
Google è tanto solerte nell'adempiere a questo compito da aggiungere nel messaggio un corollario di questo tipo: «Violazioni ripetute dei nostri Termini di Servizio possono portare ad azioni contro il vostro account Google Fiber, fino alla possibile conclusione del servizio».
Il linguaggio minaccioso utilizzato nelle missive spaventa molti utenti, che decidono quindi di seguire le istruzioni ricevute e pagano senza ribattere.
In realtà, già da tempo è stato fatto notare (per esempio dagli avvocati della Electronic Frontier Foundation) come gli ISP non abbiano alcun obbligo legale a eseguire gli ordini delle major, nonostante queste sostengano di agire nel rispetto del DMCA, la legge americana sul copyright.
«Il problema di queste notifiche che richiedono denaro agli utenti degli ISP» - ha spiegato l'avvocato Mitch Stoltz - «è che spesso sono fuorvianti. Danno sovente l'impressione che la persona il cui nome si trova sulla bolletta dell'ISP sia legalmente responsabile di tutte le violazioni che possono essere perpetrate tramite quella connessione, il che è semplicemente falso».
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