7 piante per salvare il mondo.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 11-07-2015]
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7 piante per salvare il mondo
Le piante carnose chiamate Sedum crescono bene in zone rocciose e persino nelle intercapidini dei muri: sono in grado di vivere con poca acqua, e possono sopportare bene sia le temperature alte che quelle basse.
Queste loro caratteristiche le hanno rese una soluzione utilizzabile per quanti si interessano di architettura organica vivente, che hanno iniziato ad adoperarle per popolare i tetti e coprire i muri.
Ritenuto una delle piante dalla crescita più rapida, il bambù ha molte proprietà positive: è commestibile, può essere utilizzato come materiale da costruzione, se ne possono ricavare fibre e carta, e costituisce una alternativa biodegradabile alla plastica.
Il bambù, inoltre, è una pianta perenne: ciò significa che si può continuare a raccoglierlo senza doverlo ripiantare e, grazie agli elevati ritmi di crescita (anche 90 centimetri al giorno) è un ottimo candidato anche per le campagne di riforestazione.
Nonosatante sia ritenuta tossica se ingerita, la felce aquilina si può rivelare utilissima nei casi di inquinamento da metalli.
È in fatti in grado di crescere su molti tipi di terreno, compresi quelli che sarebbero fatali per altre piante, e pesino su quelli inquinati da piomb, nichel, cadmio, rame e arsenico.
Per questo motivo è già stata utilizzata, a titolo di esperimento, per ripulire i terreni di aree industriali dismesse: le felci hanno assorbito i metalli, conservandoli nei propri tessuti.
Quindi, dopo la maturazione, sono state raccolte e bruciate; dalle ceneri è stato possibile recuperare grandi quantità di metalli, da riciclare per ulteriori usi.
Come già avveniva nel sud dell'Europa sino alla metà del XIX secolo, le castagne sono un buon candidato per affiancare i cereali quale alimento di base: ridotte in farine, venivano usate anche per preparare il pane al posto del grano.
I loro valori nutrizionali comprendono poche proteine e molti carboidrati, e gli alberi possono crescere in zone che non sono adatte all'agricoltura, rendendo così produttivi terreni che altrimenti sarebbero inutilizzati.
I grandi castagni, in grado di vivere centinaia di anni, potrebbero servire per creare nuove foreste in terreni al momento lasciati a sé stessi, dai quali ricavare importanti alimenti.
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