Il gigante dello streaming minaccia di bloccare l'account di quelli che aggirano le restrizioni geografiche.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-01-2016]
Con l'inizio del 2016, Netflix ha superato il traguardo dei 130 Paesi raggiunti dal suo servizio e ha giustamente festeggiato.
Si tratta di una buona notizia per tutti gli amanti delle serie TV e dei film che non vogliono darsi alla pirateria per godersi i propri contenuti preferiti ma volentieri pagano una quota mensile per restare nella legalità.
Tutto ciò si accompagna tuttavia al solito problema: i contenuti che Netflix rende disponibili variano da Paese a Paese, in base agli accordi sottoscritti con i vari detentori dei diritti d'autore. Per esempio, il catalogo Netflix italiano è più ridotto di quello britannico o americano.
Si tratta delle cosiddette restrizioni geografiche contro le quali si è espressa anche l'Unione Europea ma con cui gli utenti di Netflix sono tuttora costretti a fare i conti.
In attesa che queste restrizioni vengano abolite per sempre, ci si ingegna come si può: usando proxy e VPN si riesce con relativa facilità ad aggirare i blocchi e accedere ai contenuti disponibili all'estero.
Finora Netflix, pur nominalmente contraria a questi comportamenti (altrimenti i detentori del copyright non le consentirebbero di operare), aveva sempre chiuso un occhio. Ma dall'inizio del mese non è più così.
Il giro di vite è iniziato il 3 gennaio, quando Netflix ha iniziato a bloccare gli account degli utenti di VPN. Ha così dato portato a un nuovo livello l'operazione che era già iniziata alcune settimane prima con la modifica imposta all'app per Android, che ora impone l'uso dei DNS di Google per evitare che i blocchi basati sui DNS vengano aggirati.
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Poi, il 14 gennaio, Netflix ha dichiarato ufficialmente guerra ai proxy e alle VPN con un post sul blog aziendale.
Cercando di indorare la pillola, il vicepresidente David Fullagar spiega che Netflix continuerà a impegnarsi per «far crollare i confini» che causano le differenze tra i vari Paesi, ma egli stesso afferma che d'ora in avanti saranno condotte azioni più decise verso quanti usano i mezzi che la tecnologia mette a disposizione per vanificare le limitazioni.
«Ciò significa che nelle prossime settimane tutti coloro i quali fanno uso di proxy potranno accedere soltanto ai servizi disponibili nel Paese in cui al momento si trovano» scrive Fullagar. E tra le misure più estreme non è escluso il blocco dell'account.
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Netflix rischia l'effetto boomerang
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