La stretta su VPN e proxy potrebbe far cessare numerosi abbonamenti.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-02-2016]
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Netflix, stretta su VPN e proxy
Nonostante le minacce di Fullagar, gli effetti pratici delle contromisure potrebbero essere molto limitati, esattamente come quelli dei blocchi imposti ai siti censurati.
È lo stesso Chief Product Officer di Netflix, Neil Hunt, ad ammetterlo in un'intervista al Globe and Mail, confessando che «si tratta del gioco del gatto col topo».
«Noi» - spiega Hunt - «continuiamo ad affidarci a liste nere dei punti di uscita delle VPN. Una volta che i fornitori di VPN si trovano su quella lista, per loro è semplice spostarsi su un nuovo indirizzo IP e vanificare così la contromisura».
Non solo: chi acquista un servizio VPN spesso lo fa proprio contando sulla capacità del prodotto di aggirare i vari blocchi. Quindi le aziende fornitrici sono stimolate a inventare sempre nuovi modi per restare un passo avanti a Netflix.
Ci sarà sempre, tuttavia, qualcuno che incapperà nella rete di Netflix. E tuttavia i danni peggiori potrebbero come al solito subirli gli innocenti, ossia coloro che usano una VPN non per "far fessa" Netflix, ma semplicemente perché vogliono proteggere il proprio anonimato in Rete.
Ritrovarsi chiusi fuori dal proprio account Netflix senza aver fatto alcunché di male certamente non farà piacere a costoro, che potrebbero anche decidere che a questo punto valga la pena tornare alla pirateria.
E lo stesso potrebbero pensare quanti finora aggiravano i blocchi con proxy e VPN e all'improvviso magari si troveranno a non riuscire più a farlo.
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Così l'intera strategia rischia di trasformarsi in un boomerang per Netflix, che potrebbe scatenare l'ira degli utenti.
D'altra parte, Reed Hastings (il CEO di Netflix) è conscio del fatto che tutta questa attività non porta da alcuna parte e che la vera soluzione consiste nell'abbattimento delle barriere artificiali imposte dai detentori dei diritti sui contenuti.
«La soluzione migliore per Netflix» - ha dichiarato Hastings - «è diventare globale e poter rendere disponibili i propri contenuti in tutto il mondo, cosicché non ci sia alcun incentivo all'uso di VPN. In questo modo potremo lavorare sulla questione più importante, che è la pirateria».
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