Un fiasco che potrebbe costare 17 miliardi a Samsung.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 12-10-2016]
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Samsung richiama i Galaxy Note 7 che esplodono
Potrebbe costare molto caro a Samsung il disastro del Galaxy Note 7, di cui il gigante coreano ha appena fermato le vendite.
I problemi sono evidentemente più profondi di quanto segnalato inizialmente: se anche i modelli sostitutivi esplodono - e finora sono già stati segnalati otto casi - ciò significa che non si può attribuire la causa di tutto a una partita di batterie difettose.
I guai attuali paiono infatti esattamente gli stessi di quelli che si sono verificati nel mese di agosto, a poca distanza dall'immissione sul mercato.
L'annuncio ufficiale del Galaxy Note 7 è avvenuto il 2 agosto, mentre l'inizio delle vendite c'è stato il 19. Appena cinque giorni dopo, il 24 agosto, è stato reso noto il primo incidente: una batteria è esplosa, distruggendo il phablet (che era in carica) ma fortunatamente senza arrecare danni al proprietario.
Ciò ha causato, negli Stati Uniti, un blocco della fornitura dei Galaxy Note 7 agli operatori ordinato dalla SEC e istituito a partire dal 31 agosto. A partire dal 2 settembre, poi, Samsung ha iniziato la procedura di richiamo a livello mondiale, invitando gli utenti a smettere immediatamente di utilizzare il dispositivo ma allo stesso tempo rassicurandoli: i problemi parevano legati a un lotto di batterie difettose.
Contestualmente al richiamo, Samsung prometteva anche che entro una settimana sarebbero stati distribuiti dei Galaxy Note 7 sostitutivi. In realtà i tempi necessari per avviare il programma di sostituzione sono stati più lunghi, e le consegne dei primi modelli non sono iniziate che il 19 settembre.
A quel punto, Samsung si stava impegnando a ritirare tutti i 2,5 milioni di dispositivi della prima ondata, e a sostituirli con altrettanti terminali sicuri, nonostante lo scontento degli utenti che non volevano sobbarcarsi il fastidio di dover restituire il proprio phablet e aspettare l'arrivo di uno nuovo.
Era una brutta situazione, che ha comunque danneggiato l'immagine dell'azienda e che ha naturalmente avuto le sue ripercussioni negative sui conti, ma che pareva essere stata finalmente risolta in tempi quasi ragionevoli.
Poi, lo scenario è peggiorato. Il 1 ottobre le vendite del Galaxy Note 7 sono riprese ma appena quattro giorni dopo, il 5 ottobre, si è verificato un nuovo incidente: uno dei Note 7 sostitutivi, venduto negli USA, ha preso fuoco mentre il proprietario si trovava imbarcato su un aereo.
Il giorno dopo, sempre negli Stati Uniti, è iniziata un'indagine sull'incidente che ha spinto alcuni operatori americani (AT&T e T-Mobile) a sospendere le vendite e anche le sostituzioni in via cautelativa.
Pochi giorni dopo, il 10 ottobre, è stata bloccata la produzione dei Note 7 e il giorno successivo, 11 ottobre, le vendite e le sostituzioni sono state bloccate a livello mondiale. Allo stato attuale sembra che siano proprio poche le speranze di veder tornare il phablet di Samsung sul mercato.
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Samsung farebbe bene a seppellire il Note 7
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