Non c'è alcuna ragione tecnica per il ritorno a Windows.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-03-2017]
Qualche tempo fa il Comune di Monaco di Baviera ha iniziato a indagare quanto costerebbe abbandonare Linux, che nel 2003 aveva scelto di adottare per i propri sistemi realizzando anche una distribuzione ad hoc (LiMux), e tornare a Windows.
Secondo il sindaco, la decisione si basava sui "costi occulti" dell'open source, in primis quelli derivanti dalla necessità di ri-addestrare il personale a usare il nuovo software, su problemi di compatibilità con gli uffici legati al mondo Microsoft e non meglio definiti problemi tecnici.
Ora però Karl-Heinz Schneider, capo del dipartimento IT della città di Monaco ha fornito in un'intervista la propria versione, che è un po' differente da quella del sindaco.
Secondo Schneider, infatti, si possono innanzitutto escludere i problemi tecnici, dato che si sono effettivamente registrati dei problemi ma essi erano dovuti a errori del personale che agiva su un nuovo software introdotto alla fine del 2015, e dunque non sono imputabili a Linux.
In secondo luogo, i problemi di compatibilità sarebbero stati già risolti da tempo. Nei casi estremi, la soluzione consisteva nell'eseguire Microsoft Office in un ambiente virtuale sulla macchina Linux; nella maggior parte dei casi, invece, è bastato aggiornare le vecchie versioni di LiMux e LibreOffice a versioni più recenti.
In qualche altro caso ancora, i guai erano dovuti al fatto che in certe postazioni venivano ancora usati Windows XP e Windows 2000, con software coevi, che avevano problemi nel comunicare con software più recenti.
In sostanza, per Schneider, «queste decisioni non sono state prese sulla base dei fatti, ma in base all'emozione e a considerazioni politiche».
Inoltre, secondo il capo dell'IT i tempi previsti da Accenture per il ritorno a Windows sono irrealistici: oltre alla reinstallazione di 20.000 PC, c'è da trattare la conversione dei 10.000 modelli e delle 130 macro per WollMux sviluppati in questi anni per il lavoro con LibreOffice e il formato ODF.
«Non vediamo alcuna necessità tecnica per passare a Windows e Microsoft Office» conclude Schnerider, e aggiunge: «Procedere in questo senso sarebbe un grosso passo indietro».
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