Per il padre del software libero il gigante di Redmond finge di amare Linux, ma vuole distruggerlo.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-09-2017]
Microsoft ama Linux: l'aperta dichiarazione d'amore risale a qualche anno fa, quando il colosso di Redmond decise di non considerare più il sistema del pinguino come un deprecabile nemico da abbattere, ma come un alleato.
Alcuni si sono convinti della sincerità di Microsoft, che per dar prova della propria volontà nel tempo ha iniziato a contribuire a progetti open source su GitHub, è entrata nella Linux Foundation e ha pubblicato il Windows Subsystem for Linux (WSL), con cui è possibile eseguire diversi programmi appartenenti alle maggiori distribuzioni Linux all'interno di Windows 10.
Ora, in occasione della Ignite Conference, ha annunciato SQL Server 2017 per Linux, una mossa ventilata già oltre un anno fa con la benedizione di Red Hat e Canonical.
Mentre accadeva tutto questo, altri sono sempre rimasti sospettosi, convinti che non sia l'atteggiamento di Microsoft nei confronti di Linux a essere cambiato, ma la strategia: anziché un attacco frontale, il gigante avrebbe cercato di farsi amico il pinguino per poi pugnalarlo alle spalle.
Di quest'avviso pare essere anche Richard Stallman, che in un'intervista ha svelato chiaramente la propria posizione: è convinto che Microsoft stia agendo per abbracciare ed estinguere il mondo del software libero.
«Sembra proprio che sia così. Ma non riuscirà a estinguerci tanto facilmente, perché le nostre ragioni per usare e sviluppare il software libero non si limitano a una convenienza pratica» ha dichiarato Stallman.
Il cuore del movimento del software libero è infatti la libertà (di eseguire, di copiare, di distribuire, di studiare, di modificare e di migliorare il software), e Windows è l'esatto contrario di questo concetto.
«Noi vogliamo la libertà» ha affermato Stallman. «E Windows è l'esatto opposto di un uso libero dei computer».
Il WSL e l'arrivo di SQL Server per Linux sarebbero, in questa visione, un ulteriore passo verso il seppellimento del free software: abituandosi a usare gli strumenti di Linux sotto Windows, o familiarizzando con il software closed source in ambiente open source, gli utenti verrebbero sempre più spinti verso l'abbraccio soffocante di Microsoft, dal quale alla fine non riuscirebbero più a liberarsi.
Si tratta di una posizione opposta rispetto a quella di Mark Shuttleworth, CEO di Canonical (l'azienda che sviluppa Ubuntu): «Non è che Microsoft ci stia rubando i giocattoli» ha ribattuto Shuttleworth. «Più che altro li stiamo condividendo con Microsoft per regalare a chiunque la migliore esperienza possibile».
«Molti nostri utenti già lavorano su molte diverse piattaforme e molti diversi dispositivi, con Ubuntu che siede alla pari con altre tecnologie. Personalmente, mi aspetto che WSL abbia un impatto molto positivo sullo sviluppo dell'open source» conclude Shuttleworth.
Al di là delle questioni tecniche, per Stallman quel che è importante è il principio alla base di ogni scelta, che la collaborazione con i sistemi chiusi snaturerebbe.
«La questione importante è ciò che possiamo fare, e ciò che dobbiamo fare, per una società libera» afferma il padre del software libero.
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