Le preoccupazioni di Mozilla diventano realtà.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 12-03-2019]
Quando Microsoft annunciò la decisione di abbandonare il motore di rendering di Edge in favore di Chromium (il progetto open source da cui nasce Google Chrome), non tutti salutarono la novità con entusiasmo.
Mozilla, per esempio, sottolineò un rischio non del tutto impossibile a concretizzarsi, ossia che con l'inchino di Microsoft a Google buona parte del web finisse con chiudere le porte a tutti quei browser non compatibili con Chrome.
Sarebbe uno scenario simile a quello che c'era agli albori del web, quando i siti mostravano scritte come «Si vede meglio con Internet Explorer» o «Si vede meglio con Netscape Navigator», dove in realtà quel «si vede meglio» a volte significava che non era possibile usare quel sito con l'altro browser.
Una prima, forse involontaria dimostrazione di quanto i timori di Mozilla non fossero infondati ci viene ora proprio da Microsoft con la pubblicazione dell'anteprima della nuova versione di Skype Web.
Come si può immaginare, si tratta di un'edizione di Skype che non richiede l'installazione del client ma si utilizza attraverso il browser e quindi, per lo meno in teoria, si può usare da qualunque computer senza limitazioni.
In realtà, però, questa nuova versione impone delle restrizioni: non è possibile usarla con Firefox, Safari o Opera, ma funziona esclusivamente con Google Chrome o Microsoft Edge.
Se si visita il sito di Skype Web con il browser sbagliato si viene accolti da un messaggio che dice semplicemente «Browser non supportato» e consiglia di usare una delle due alternative ritenute accettabili.
Se una volta l'esclusione di determinati browser era giustificata per via del mancato supporto da parte di questi a certe tecnologie - come i codec H.264 e VP8, o lo standard WebRTC - oggigiorno queste motivazioni sono cadute.
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Anzi, quanti hanno provato ad accedere a Skyper Web con Firefox, ma avendo cura di cambiare lo user agent così da spacciarsi per Chrome o Edge, hanno scoperto che l'applicazione in effetti sostanzialmente funziona sia con Safari che con Firefox: la motivazione per escludere certi browser non è quindi strettamente tecnica.
Va poi notato, in questo scenario, come tra i browser esclusi ci sia anche Opera, che pure è basato su Chromium.
Microsoft ha in un certo modo affrontato la questione, sostenendo di aver voluto dare priorità agli utenti di Chrome ed Edge (il primo perché è il browser più usato, il secondo perché è quello di casa) per rispettare il «valore per il consumatore» ossia, in altre parole, perché non vale la pena supportare browser usati da poche persone.
Ciò però ovviamente fa sì che gli utenti di quei browser siano ancora meno invogliati ad adoperarli, dato che vengono esclusi da certe applicazioni che ritengono utili: e così il web si avvia ad assumere una fisionomia del tutto Chrome-centrica.
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