Al convegno dell'Asati i membri chiedono una rete unica nazionale in fibra ottica. Ma la priorità di Tim è la telefonia mobile.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-01-2020]
Lo scorso 22 gennaio l'Asati, l'associazione che rappresenta i 17.000 azionisti dipendenti e pensionati di Tim, ha tenuto a Roma il convegno annuale, cui ha partecipato lo stesso Amministratore Delegato di Tim Luigi Gubitosi insieme ai rappresentati delle principali forze politiche.
Il convegno è stato coordinati dal presidente dell'Asati Franco Lombardi, dirigente di Tim in pensione, che era stato oggetto di una richiesta di risarcimento danni milionaria da parte dell'ex Ad di Tim Flavio Cattaneo per le critiche espresse alla super liquidazione da 35 milioni di euro percepita dallo stesso Cattaneo dopo appena un anno di lavoro.
La richiesta venne poi ritirata dal successore di Cattaneo, Amos Genish, che ha preceduto nell'incarico Luigi Gubitosi.
Nel proprio intervento, Lombardi ha criticato la duplicazione della rete in fibra ottica - che costituisce un notevole spreco di denaro pubblico - dovuta all'esistenza sia della rete Open Fiber, di proprietà Enel e Cassa Depositi e Prestiti, sia della rete di Tim.
Ha così chiesto ai politici di intervenire sulla Cdp, che è anche uno dei maggiori azionisti di Tim, per la ricomposizione in un unico soggetto, ossia Tim stessa, degli investimenti nella rete.
Gubitosi ha replicato che i negoziati con Open Fiber sono tuttora aperti e, a titolo personale, ha voluto rilevare come sia stato un errore, da parte della precedente gestione, non aver voluto impegnarsi di più per acquisire Metroweb.
L'Ad di Tim ha però anche ribadito che, più che guardare al passato, Tim preferisce continuare con i programmi già previsti di accelerazione degli investimenti nella telefonia mobile 5G.
Essa sta diventando la priorità dell'azienda e aiuterà a far rientrare il debito entro livelli accettabili, migliorando così l'attuale rating di Tim.
Sempre Gubitosi non ha voluto infine commentare il calo del titolo Tim di questi giorni, ritenendo proprio dovere, in qualità di amministratore delegato, dare un giudizio complessivo soltanto a fine 2020.
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