''Insieme sono troppo potenti'' spiega la Federal Trade Commission, che vigila sulla concorrenza.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-10-2020]
Quando acquisì prima Instagram e poi WhatsApp, Facebook ottenne il via libera dell'agenzia americana Federal Trade Commission, la quale però si riservò il diritto di ripensarci in futuro.
Sono passati otto anni dalla prima acquisizione e sei dalla seconda, e ora alla Ftc l'intera faccenda sembra molto meno rosea di quanto lo paresse in passato.
In particolare, la Commissione teme lo strapotere che Facebook ha accumulato unendo altri due servizi estremamente popolari alla notevole capacità di influenza il pensiero e le decisioni delle masse che il social network in blu, da solo, già possiede.
Per questo motivo, sta esaminando la possibilità di richiedere una scissione delle tre realtà.
Per chi si occupa di informatica da qualche tempo, la vicenda ricorda un po' quella vissuta da Microsoft una ventina d'anni fa, quando si palesò la possibilità che il gigante di Redmond venisse diviso in due, facendo nascere un'azienda che si occupasse di Windows e un'altra che si occupasse di Office e dei servizi. Allora, com'è evidente, la minaccia non si concretizzò.
A sua volta, quella vicenda fu paragonata alla suddivisione della Standard Oil avvenuta nel 1911, divenuta talmente potente da essere percepita come un serio problema.
Periodicamente, insomma, gli Stati Uniti puntano l'occhio su quelle realtà che paiono diventare troppo grandi e potenti per valutare se la loro stessa esistenza non costituisca un freno alla libera concorrenza e non accentri troppo potere nelle mani di troppo poche persone.
Nel caso di Facebook, come riporta il Wall Street Journal, la vicenda è soltanto agli inizi e l'estensione dell'influenza delle tre piattaforme combinate è sotto esame al fine di capire se veramente sia eccessiva, la dagli uffici di Menlo Park è già stata diretta alla Ftc una memoria in cui i legali di Facebook spiegano perché la separazione sarebbe una pessima idea.
Il documento è lungo 14 pagine, ma le idee che vi sono espresse sono riassumibili in una frase che vi è contenuta: «Una "suddivisione" di Facebook è un fallimento in partenza».
A motivare tali posizione il documento porta le difficoltà tecniche nel dividere tre piattaforme che in questi anni non hanno fatto altro che integrarsi sempre più strettamente, nonché il costo miliardario, la diminuzione della sicurezza e il danneggiamento dell'esperienza utente che ciò comporterebbe.
Tali argomenti non paiono particolarmente solidi. Intervistato dal Wall Street Journal, Tim Wu, professore della Columbia University, ha dichiarato che a suo parere essi sono «sorprendentemente deboli«: «Dire "È troppo difficile" non è la base di una difesa», ha affermato. E questa non è l'unica difficoltà che la difesa di Facebook incontrerebbe.
A sostenere le ragioni della Ftc in merito a una separazione ci sono infatti le prove che dimostrano come le acquisizioni di Instagram e WhatsApp siano state fatte in buona parte per eliminare la concorrenza.
Per quanto riguarda Instagram, poi, c'è addirittura una email di Mark Zuckerberg che lo afferma esplicitamente. La Ftc avrebbe quindi gioco facile a ravvisare una violazione delle norme antitrust.
Facebook farà quindi la fine di Standard Oil o quella di Microsoft? È troppo presto per dirlo. Certo è che la sua capacità di indirizzare le decisioni gli utenti è ormai tanto palese da preoccupare le autorità preposte al controllo.
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