Migliaia di siti sono keylogger nascosti

Secondo uno studio, conservano tutto ciò che gli utenti scrivono nelle form, anche senza premere il tasto “Invia”.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-05-2022]

siti keylogger

È evidente che, quando si inseriscono i propri dati nella form di un sito - che sia per iscriversi a una newsletter, per fare un acquisto, per prenotare un hotel - e poi si preme Invia, quei dati saranno consegnati a chi gestisce il servizio, con la possibilità che finiscano anche in mano di terze parti.

Finché non si preme il fatidico tasto, però, non succede niente. O non dovrebbe succedere, poiché la realtà è diversa da quella che si darebbe per scontata.

Un recente studio, che sarà presentato nel dettaglio il prossimo agosto durante Usenix Security, ha mostrato come moltissimi siti carpiscano i dati che vengono inseriti nelle form anche se, magari, si cambia idea prima di cliccare su Invia.

I ricercatori hanno analizzato i 100.000 siti più visitati, ponendosi come visitatori dall'Unione Europea e dagli Stati Uniti. Hanno così scoperto che 1.844 siti registravano gli indirizzi email dei visitatori provenienti dalla UE senza chiedere il loro consenso, e ben 2.950 siti facevano lo stesso con i visitatori provenienti dagli USA.

In altre parole, ci sono migliaia di siti che si comportano come dei veri e propri keylogger, registrando i tasti premuti dagli utenti che questi lo vogliano oppure no.

Secondo i ricercatori, molti di questi siti non compiono la raccolta in prima persona, e forse nemmeno ne sono consapevoli: essa avviene invece attraverso i servizi di terze parti impiegati per la pubblicità o per raccogliere le statistiche.

C'è dell'altro: lo stesso studio ha individuato 52 siti che con la stessa tecnica memorizzano le password degli utenti non appena questi le scrivono nell'apposito campo.

«Se una form contiene un pulsante "Invia"» - commenta Güneş Acar, uno dei principali autori dello studio - «è lecito aspettarsi che quel pulsante faccia qualcosa, ossia che invii i dati quando vi si clicca sopra». Decisamente più sorprendente è invece scoprire che i dati vengono inviati indipendentemente dal pulsante.

«In certi casi» - aggiunge Asuman Senol, un altro degli autori - «quando si clicca sul campo successivo, vengono raccolti i dati di quello precedente; per esempio, si clicca sul campo della password e viene salvato il contenuto del campo email; o magari si clicca in un punto qualsiasi e le informazioni vengono subito raccolte».

«Non ci aspettavamo di trovare migliaia di siti [che si comportano così, NdR]» conclude Senol. «E negli Stati Uniti i numeri sono proprio alti, il che è interessante».

La differenza tra USA e UE si può spiegare, secondo gli autori della ricerca, con le conseguenze più severe previste in Europa per chi viene scoperto a raccogliere dati senza autorizzazione dai titolari degli stessi; gli stessi ricercatori, però, sottolineano che questa è solo una possibilità, e possono esistere altre spiegazioni.

Ulteriori dettagli saranno rivelati durante Usenix Security, in programma a Boston dal 10 al 12 agosto prossimi.

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 7)

Forse anche un pochino più che interessante... o no? E non solo per gli USA, anche UE non mi sembrano pochi... Leggi tutto
21-5-2022 15:38

{andbad}
Il genere delle parole straniere non sempre è univoco. Di solito si usa il genere della corrispondente parola in italiano (quindi avresti ragione) ma spesso si possono usare più parole di genere diverso, quindi non sempre questa regola vale. In realtà è poi l'uso (come sempre nelle lingue) a decretare la... Leggi tutto
19-5-2022 13:20

Parliamo di cose importanti: LA form? E non è di sicuro un typo visto che viene scritto più di una volta. Ho sempre usato il maschile visto che form si traduce con "modulo" (s.m.). Qual è il genere corretto?
19-5-2022 09:56

Il problema qui e di natura legale, ma viene considerato in maniera superficiale dalle persone comuni. Infanti conservare dati personali e dati biometrici delle persone senza il loro consenso è un reato. Però se uno va al centro commerciale e compra un televisore furbo ( intelligente e Cleaver in inglese, smart vuol dire furbo), e... Leggi tutto
18-5-2022 16:35

Anche tutti quei siti che fanno la correzione automatica di ciò che si sta digitando rececepiscono quello che viene scritto anche se non si clicca su invio...
17-5-2022 16:23

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L'app che permette di noleggiare un'autovettura direttamente dallo smartphone è molto contestata dai tassisti.
Non è necessario introdurre nuove regole per l'app. I tassisti hanno torto, perché il mondo si evolve ma loro ragionano come se Internet non esistesse, difendendo ciecamente la loro casta (che ha goduto di fin troppi privilegi negli ultimi anni).
I tassisti dovranno adeguarsi e mandare giù il boccone amaro, anche se un minimo di regolamentazione per l'app è necessaria.
L'app non va vietata del tutto, ma va limitata in modo pesante così da poter salvaguardare le esigenze dei tassisti.
L'app va completamente vietata: i tassisti hanno ragione a protestare, perché Uber minaccia il loro lavoro e viola leggi e regolamenti.
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