Tramite la tecnologia, l'invecchiamento di un attore non è più un limite alle sue interpretazioni.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-09-2022]
Per oltre 40 anni, James Earl Jones è stato la voce di Dart Fener (Darth Vader) nelle varie incarnazioni cinematografiche e televisive di Guerre Stellari, compresa la recente miniserie Obi-Wan Kenobi.
Proprio quest'ultima, però, ha segnato una sorta di passaggio di testimone: James Earl Jones s'è ritirato lasciando spazio a... sé stesso, grazie alle prodezze dell'intelligenza artificiale.
Chi avesse visto la miniserie in lingua originale avrà infatti notato che Dart Fener parla con una voce decisamente più giovanile di quella, pur tuttora profonda e imponente, dell'ormai novantunenne James Earl Jones, e del tutto sovrapponibile a quella che si può udire nel primo film della saga, Guerre Stellari - Una nuova speranza.
Ciò è dovuto al fatto che l'attore statunitense non ha doppiato il personaggio in modo tradizionale; invece, la sua voce è stata ricostruita digitalmente, con la benedizione di Jones stesso che si ritiene ormai pronto per il pensionamento da questo ruolo.
Il risultato è stato raggiunto grazie a Respeecher, un'azienda ucraina specializzata nei modelli di apprendimento automatico (machine learning) per la conversione del testo da scritto a parlato e, in particolare, nella riproduzione della voce di attori a partire dalle registrazioni esistenti per creare un modello che viene "interpretato" da un altro attore.
La voce di Fener è importante per caratterizzare il personaggio quasi quanto l'armatura che indossa, e in questo modo Disney s'è assicurata di poter continuare a poter sfruttare le prestazioni di Jones anche se quest'ultimo si gode il meritato riposo.
Quanto alla bontà del risultato, ciascuno può giudicare: in fondo all'articolo riportiamo una video con alcune delle scene in cui è presente Dart Fener nella serie Obi-Wan Kenobi.
Per quanto riguarda invece un altro aspetto, ossia se sia davvero corretto utilizzare la voce di attori non più in attività, si ripropone il tema che s'era presentato ai tempi di Rogue One (altro film della saga di Guerre Stellari), quando le fattezze di Peter Cushing vennero applicate digitalmente a un altro attore per l'interpretazione di Wilhuff Tarkin.
Di nuovo viene da chiedersi, infatti, se sia lecito separare il personaggio dall'attore che lo interpreta al punto che chi detiene i diritti sul primo ritenga giusto utilizzare le caratteristiche proprie del secondo (voce, fattezze e via di seguito) per continuare a tenere in vita una creazione artistica sicuramente amata dal pubblico ma che, proprio per questo, sembra più una fonte di incassi che un modo per omaggiare un artista.
Infine, una nota per quanto riguarda la versione italiana: nel nostro Paese, per la miniserie, la voce del Signore dei Sith non è stata affidata a Massimo Foschi, il doppiatore originale, nemmeno in versione "digitale" e ringiovanita; il doppiaggio è invece stato affidato a Luca Ward.
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Homer S.