Secondo uno studio, i cosiddetti “nativi digitali” sarebbero una generazione di creduloni.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 15-10-2022]
A prima vista, verrebbe da pensare che i più giovani siano non soltanto maggiormente a loro agio con la tecnologia rispetto a chi ha qualche anno in più, ma anche che siano più bravi a evitare le truffe e i raggiri che proprio della tecnologia si servono.
Invece, stando a quanto rivela uno studio recentemente condotto da SoSafe, la situazione reale è l'esatto opposto di quella immaginata: le persone tra i 18 e i 39 anni sono proprio quelle più a rischio di cadere nelle truffe di phishing.
In questa fascia d'età, infatti, si registra un click rate medio (ossia la percentuale di persone che cliccano sui link inseriti nei messaggi della campagna di phishing) del 29%, percentuale che scende invece al 19% tra le persone della fascia d'età superiore.
In generale, inoltre, gli uomini tendono ad "abboccare" più delle donne: casca nelle truffe infatti il 23% dei primi e soltanto il 13% delle seconde. Particolarmente vulnerabili al phishing paiono essere inoltre le realtà che operano nel servizio pubblico, dove il click rate è del 36%, mentre nelle aziende manifatturiere tale valore è del 19%.
«I sofisticati cybercriminali di oggi» - spiega Niklas Hellemann, CEO di SoSafe - «adoperano una vasta gamma di tattiche psicologiche al fine di sfruttare emozioni umane come stress, paura o rispetto per l'autorità. Anche - o soprattutto - quanti sono più alfabetizzati digitalmente sono vulnerabili alle minacce digitali».
Un'email il cui oggetto riesca a manipolare emotivamente il destinatario, o a generare in questo curiosità, o il desiderio di migliorare la propria posizione finanziaria, ha discrete probabilità di successo: gli spammer lo sanno, e ne approfittano.
È per questo motivo - continua Hellemann - che le aziende in particolare dovrebbero non soltanto dotarsi di buone misure di sicurezza, ma anche investire sulla preparazione del personale; in altre parole, devono «istruire i propri dipendenti a identificare le minacce e a rispondere in maniera appropriata; in caso contrario, la tecnologia da sola non è in grado di fornire protezione».
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