[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-03-2023]
Nel corso degli anni i funghi si sono rivelati preziosi per coibentare la casa, far "crescere" delle lampade, realizzare scarpe sostenibili e vestiti che digeriscono i corpi dopo la morte, e persino per produrre un caffè particolarmente energetico.
Ora un gruppo di scienziati della University of the West of England di Bristol, e che non a caso lavora nell'Unconventional Computing Laboratory dell'istituzione, ha provato a usare i funghi per creare un computer organico.
Stando a quanto ha dichiarato il capo dei ricercatori, il professor Andrew Adamatzky, a Popular Science, i funghi sono ideali per quegli esperimenti che mirano a unire apparati tecnologici e tessuti organici: il micelio - ha spiegato Adamatzky - opera infatti in maniera paragonabile ai componenti elettronici dei computer, inviando e ricevendo segnali elettrici.
La presenza o l'assenza di attività elettrica possono quindi essere tradotte in una serie di 0 e di 1, ossia in un "linguaggio" che i computer sono in grado di capire: in questo modo si può insomma pensare di far comunicare materiale organico e componenti elettronici.
Non solo. «Abbiamo scoperto» - racconta il professor Adamatzky - «che i funghi producono dei picchi [di attività elettrica, NdR] simili a quelli prodotti dai neuroni. Noi siamo il primo laboratorio ad aver individuati i picchi di attività dei funghi e a misurarli con dei microelettrodi, e il primo a sviluppare calcolatori e componenti elettronici basati su funghi».
Certamente la velocità dei componenti creati coi funghi non è paragonabile a quella dei componenti elettronici tradizionali, ma gli esperimenti hanno portato i ricercatori a notare come la stimolazione del micelio in due punti separati, che porta a un aumento della conduttività, consente di accelerare la velocità e l'affidabilità delle comunicazioni, e anche di consentire la formazione di ricordi, similmente al modo in cui il cervello umano forma le abitudini.
«Al momento, siamo soltanto allo stadio degli studi di fattibilità» precisa Adamatzky. «Abbiamo solo dimostrato che sfruttando il micelio è possibile implementare il calcolo, e creare circuiti logici ed elettronici basilari. In futuro, potremo far crescere computer di micelio più avanzati, e dispositivi di controllo».
Questa ricerca, inoltre, potrebbe portare a fare scoperte importanti sul modo in cui si può consentire la comunicazione tra il cervello e i dispositivi elettronici: i campi di applicazioni sarebbero vastissimi, dal controllo delle protesti fino alla possibilità di controllare malattie come il Parkinson o l'Alzheimer.
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