Quando Alice viene imposta

La vicenda di un lettore a cui hanno letteralmente appioppato un Adsl Telecom Italia facendogli credere che poteva disdirla dopo 2 mesi di prova gratuita.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-04-2004]

Ci scrive il nostro lettore Matteo:

Ho un problema urgente. Il problema riguarda "mamma Telecom", in particolare l' offerta Adsl di Telecom "Alice".

I fatti:

verso i primi giorni di marzo 2004, un operatore della Telecom, chiama a casa, chiedendomi se fossi interesato alla Adsl di Telecom, io risposi che potevo essere interessato ma che però avrei dovuto pensarci. L'operatore, anche abbastanza insistentemente, mi chiede le mie "abitudini" da navigatore e mi dice che la migliore offerta per me sarebbe "Alice Flat" la quale permette di effettuare una connessione di 24 ore su 24 a Internet avendo la linea telefonica libera a un costo di 36 euro + 3 euro per l'affitto del router.

A questo punto io ribadisco che dovrei pensarci e lui chiude la conversazione dicendo che se avessi aderito all'offerta i primi 2 mesi sarebbero stati di "prova gratuita" e che poi al limite avrei potuto disdire il tutto senza problemi.

Il giorno 31 marzo 2004 il postino mi consegna un "pacco", firmo per l'accettazione (del pacco!), lo apro e scopro con stupore che all'inteno c'è il KIT ALICE ADSL (modem, cavetto usb, doppino telefonico, 2 filtri Adsl). A questo punto mi domando tra me "e con questo che ci faccio?".

Allora da buon utente Telecom, chiamo il 187, il 1° aprile 2004 e trovo un'operatrice, le spiego la situazione (che ho ricevuto il kit che non ho richiesto!) e lei prima mi chiede il mio numero di telefono e poi mi dice che sulla mia linea è stato attivato il servizio Adsl il giorno 5 marzo 2004.

Allora le dico che io non ho ancora aperto la confezione del kit e praticamente senza usufruire del servizio devo pagare già i primi 39 euro del mese di marzo e lei mi fà "Si nella prossima bolletta le verranno fatturati i primi 2 mesi di abbonamento pari a 78 euro". A questo punto io dico "Beh! allora a questo punto voglio disdire l'abbonamento" e lei "Beh ma se lei disdice l'abbonamento prima di 1 anno, lei continua ugualmente a pagare anche senza usufruire del servizio quindi intanto lo provi per vedere come funziona".

A questo punto, non sapevo più che fare, le ho chiesto se era possibile "convertire" l'abbonamento con canone, in uno senza canone almeno se non uso il servizio non pago e lei "Ma se converte l'abbonamento, lei continua comunque a pagare il canone di "Alice Flat" e in più paga le telefonate del nuovo abbonamento Alice".

Per prendermi ulteriormente per il c.. mi dice "Se voleva disdire l'abbonamento senza pagare penali, doveva mandare la disdetta entro 10 gioni (diritto di recesso) dal giorno dell'attivazione (il 5 marzo)". E io le faccio: "Come faccio a disdire entro 10 giorni una cosa che non ho sottoscritto?". Per concludere, mi dà il numero di fax per i reclami e mi mette giù il telefono.

A questo punto sono "disperato", che devo fare???? Rispedire il pacco?? Tenerlo? Che fare? Ho ancora 10 giorni per recedere dal momento del ricevimento del pacco?? Vi prego aspetto una vostra risposta prima di 10 gironi.

Matteo C.

Mi pare che la vicenda sia particolarmente grave: si tratta dell'ennesimo tentativo di appioppare un servizio senza consenso da parte dell'abbonato, ma può valere anche per "pacchetto tariffario" (le famose Teleconomy o Hello), da parte di agenti incaricati da Telecom Italia poco scrupolosi o da dipendenti stessi di Telecom Italia, poco importa.

Dico che è particolarmente grave perché non si tratta qui di una Memotel o di un'Alice Senza Canone ma della Adsl più onerosa che viene offerta da Telecom Italia, per la quale forse sarebbe bene che questo gestore escludesse la possibilità di abbonamento via telefono, al fine di evitare equivoci.

Il fatto che anche altri gestori si comportino nello stesso modo non è una scusante per il comportamento di Telecom Italia che è già stata sanzionata per comportamenti analoghi dall'Authority per le Comunicazioni con una multa di 500.000 euro nel 2003.

Tuttora sul sito dell'Authority per le Comunicazioni è disponibile un modulo per segnalare casi come questi sui quali è stata aperta un'istruttoria, così come non guasterebbe un esposto alla Polizia Postale.

Telecom Italia si è sempre scusata affermando che si tratta di casi isolati dovuti, appunto, ad agenzie esterne poco corrette ma allora perché impartire disposizioni diverse per gestire casi come questo rispetto alla risposta che è stata data dall'operatore 187.

Inoltre, questa prassi di imporre l'Adsl anche a chi non l'ha mai chiesta stride con l'incapacità di Telecom Italia, tuttora, di soddisfare le richieste di decine di migliaia di abbonati, in tutto il Paese, che, invece, insistono per averla e non la ottengono perché vivono in zone non coperte o devono attendere mesi e mesi.

A questo punto Matteo e chi incappa in situazioni come queste può rivolgersi a un'Associazione di Consumatori per aprire una procedura di conciliazione.

Adiconsum, Federconsumatori, Altroconsumo, Codacons, Acli Consumatori, sono le principali che esistono nelle città capoluogo di provincia e non solo.

Si può anche rispondere individualmente: lettera Raccomandata con avviso R.R., indirizzata al Servizio Clienti 187 di Telecom Italia del Capoluogo di Regione, dove si precisano i fatti, affermando chiaramente che non si è mai dato il consenso per questo abbonamento, si diffida dall'addebitare alcunchè, si chiedono indicazioni per ritirare il Kit Adsl con spese a carico di Telecom Italia. La lettera si può anche inviare per fax, oltre alla R.R., ma sconsiglio dall'inviare solo il fax.

Se dovessero arrivare bollette con addebiti ingiustificati bisogna pagare su un C/C postale di Telecom Italia (farsi fornire il numero dall'187) l'importo al netto dell'addebito improprio e inviarne una copia al fax dei reclami, diffidando da sospensioni per morosità, che se avvenissero devono comportare per Telecom Italia il pagamento dell'indennizzo previsto dalla Carta dei Servizi, salvo ulteriori danni.

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Pier Luigi Tolardo

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